di Francesco Bertolino
La crisi dell’auto in Italia ha compiuto un anno. A dispetto degli incentivi all’acquisto e alla rottamazione, a luglio le immatricolazioni di vetture nel Paese sono diminuite per il 13esimo mese consecutivo, attestandosi a 109.580 unità (-0,9% sul 2021 e -28,5% sul 2019 pre-pandemico). Il mercato è chiuso nella tenaglia di una richiesta di giorno in giorno più debole e di un’offerta molto scarsa. «Nonostante il ridimensionamento della domanda», spiega ha dichiarato Gian Primo Quagliano, presidente Centro Studi Promotor , «la carenza di prodotto è oggi talmente forte da avere effetti molto negativi per i potenziali acquirenti di auto sia nuove che usate». A causa della carenza di chip e di altri componenti, infatti, i costruttori faticano a produrre le vetture ordinate, specie se di fascia media o bassa. «Per le nuove», rimarca Quagliano, «i tempi di attesa per la consegna si sono molto dilatati e i prezzi effettivi praticati dai concessionari sono aumentati perché si sono decisamente ridimensionati gli sconti che in tempi normali venivano accordati ai compratori e che potevano arrivare fino ad un 10% sul listino». Ciò sta spingendo molti consumatori in cerca di un’auto a rivolgersi al mercato dell’usato, che a luglio è cresciuto di un altro 20%, portando a 2,7 milioni le unità passate di mano da inizio anno (+30%). «L’85% dei concessionari dichiara di avere giacenze di usato basse e insufficienti per far fronte alla domanda», calcola il presidente di Csp. «Questa situazione ha tra l’altro determinato una forte crescita dei prezzi delle auto usate, con qualche vantaggio per i concessionari e per coloro che vendono un usato per acquistare un’auto nuova e forti svantaggi per coloro che invece sono in condizioni economiche che consentono soltanto l’acquisto di auto usate».
Sul fronte delle alimentazioni, anche le immatricolazioni di auto elettriche hanno sofferto (-29,9%) così come le ibride plug-in (-23,4%). Un dato negativo che Federauto attribuisce alla decisione del governo di destinare i contributi statali solo agli acquisti di privati e car sharing. «Una riforma strutturale più ambiziosa incentrata sulla leva fiscale dell’auto aziendale avrebbe sostanziali impatti positivi sul mercato del nuovo, dell’usato e l’indotto nel suo complesso», sostiene Adolfo De Stefani Cosentino, presidente della Federazione dei concessionari auto. Le vetture ibride continuano intanto a guadagnare (+13,7%), raggiungendo una quota su base annua del 32,5%. In calo costante le immatricolazioni diesel (-10,1%) che dall’inizio dell’anno corrente si attestano al 20,2% di quota. Le vetture a benzina hanno registrato a luglio un aumento nelle vendite dell’8,9% (quota mese 30,1%, quota anno 28,1%), mentre le Gpl hanno rappresentato il 7,9% dell’immatricolato di luglio e quelle a metano lo 0,6%.
Quanto ai singoli costruttori, infine, Stellantis ha immatricolato nell’ultimo mese 38.387 vetture in Italia (-3,6%), per una quota di mercato del 35% (-1%). Nei sette mesi il gruppo nato dalla fusione fra Fiat-Chrysler e Peugeot ha visto le vendite nel Paese scendere del 25,2%. (riproduzione riservata)
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