di Silvia Valente
La quarantena di un dipendente rischia di arrivare a costare 1.000 euro al datore di lavoro. Questo perché l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps) non riconosce più come «malattia» l’isolamento di chi ha avuto un contatto con una persona contagiata dal Covid-19. In pratica, il lavoratore si vedrà lo stipendio tagliato per le giornate di assenza forzata, denuncia Unimpresa, a meno che l’azienda non intervenga a sua tutela. Se infatti le aziende non subentrassero, i lavoratori subirebbero una perdita significativa nella mensilità in busta paga: fra 600 e 700 euro in media per dieci giorni di assenza e 950-1.000 euro per 15 giorni lavorativi (ossia tre settimane di assenza, il periodo più lungo per l’isolamento fiduciario con scarsi sintomi). Il peso di queste compensazioni nella retribuzione dei dipendenti non sarà però l’unico danno per le imprese. L’assenza di personale, infatti, ricadrà sull’operatività e la produzione aziendale. Le perdite per le aziende saranno quindi duplici, puntualizza l’Unimpresa. «Ancora una volta a rimetterci nello scaricabarile tra Inps e ministero del Lavoro saranno le imprese e i lavoratori; un film già visto più volte», ha commentato il consigliere nazionale di Unimpresa Giovanni Assi. «Il mondo delle imprese chiede pertanto che il mnistro Orlando intervenga il prima possibile per dirimere questa situazione, possibilmente già prima della scadenza del periodo di paga in corso, al fine di evitare spiacevoli incomprensioni su chi debba pagare lo stipendio in quelle giornate di assenza obbligate e a evitare anche di mandare in tilt ancora una volta i professionisti che si troveranno a elaborare le buste paga con l’ennesimo dilemma». (riproduzione riservata)

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