Il riscatto medio richiesto da chi ha eseguito un attacco ransomware nella prima metà del 2021 è quasi triplicato.
È quanto emerge da un report presentato nei giorni scorsi dall’assicuratore cyber americano Coalition Inc, son sede a San Francisco, che evidenzia come il riscatto medio richiesto sia passato dai circa 445mila dollari a 1,2 milioni di dollari nell’arco dell’ultimo anno.
Si tratta di un valore economico rilevante, anche se in lieve calo rispetto alla media di 1,3 milioni di dollari della seconda metà del 2020.
Tra gli altri risultati del report, la compromissione delle e-mail aziendali sono aumentate del 51% rispetto alla prima metà del 2020, ed è stato lo strumento più utilizzato dai cyber criminali. Si tratta di un attacco in cui gli aggressori utilizzano varie tattiche, come password spray, phishing e malware, per compromettere gli account di posta elettronica delle vittime, ottenendo l’accesso a caselle di posta elettronica. In aumento del 28% le frodi sui trasferimenti di fondi. L’importo medio dei fondi rubati è aumentato a oltre 326mila dollari in crescita del 179% rispetto alla prima metà del 2020.
Il report evidenzia inoltre che nei primi sei mesi dell’anno è quasi raddoppiato il numero di organizzazioni che hanno utilizzato protocolli di accesso remoto per facilitare il lavoro a distanza.
Lo studio ha inoltre osservato che le aziende più piccole sono sempre più prese di mira dai criminali cyber, con una frequenza di attacchi segnalati in aumento del 57% per le organizzazioni con meno di 250 dipendenti.