Ivass ha analizzato l’evoluzione dei rami I (polizze vita tradizionali) e III (unit e index linked) tra il 2015 e il 2020
I rami I (polizze vita tradizionali) e III (polizze vita unit e index linked), con il 94% della raccolta complessiva a fine 2020, sono i più rappresentativi del comparto vita in Italia. Il Bollettino pubblicato dall’Ivass ne riporta l’andamento tecnico dal 2015 al 2020.
Gli effetti della pandemia sulla raccolta premi
A seguito degli effetti della pandemia si evidenzia la riduzione della raccolta premi
del ramo I (-9,5% nel 2020) dopo il rilevante recupero degli anni 2018 e 2019 (+5,4% e +9,8%). Per il ramo III si osserva un trend opposto, considerato che il portafoglio decresce negli anni di ripresa di quello di ramo I e inverte la tendenza (+5,7%) nel 2020.
La produzione nei due rami considerati rappresenta il 94% dell’intero comparto vita, come nel 2019 (94,8%). La quota relativa al ramo I si riduce al 64,8% dal 68,5% del 2019, a fronte di un incremento del ramo III al 29,2% contro 26,3% del 2019.
Il ramo I (polizze vita tradizionali)
I premi del lavoro diretto italiano raccolti nel ramo I dalle 46 imprese nazionali
che nel 2020 esercitano il ramo sono pari a 65.716 milioni di euro.
Il peso dei premi di ramo I sul totale della produzione vita è pari al 64,8% con una riduzione rispetto al 2019, ritornando ai livelli del 2017 e 2018. Le polizze emesse sono in massima parte dei contratti a premio unico , che rappresentano in media nel quinquennio l’80% della massa premi nel ramo I.
Nel periodo 2015-2020 si riduce l’incidenza delle provvigioni di acquisto e incasso sulle spese di gestione sui premi contabilizzati, dal 2,4% al 2,1%, mentre le altre spese di acquisizione e le altre spese di amministrazione crescono, rispettivamente, dallo 0,7% allo 0,8% e dallo 0,9% all’1,1%.
L’analisi dei conti tecnici del 2020 rispetto all’anno precedente evidenzia:
- un andamento stabile del rapporto oneri per sinistri / riserve matematiche (+9,3% nel 2019 e +9,5% nel 2020) congiunto al minore incremento delle riserve tecniche e al decremento della redditività (-23,7%);
- l’andamento costante delle spese di gestione sui premi contabilizzati (3,9% del 2019 e 4,0% nel 2020);
- la riduzione del risultato del conto tecnico, ancorché positivo, al netto della riassicurazione, con una incidenza del 3,3% sui premi lordi contabilizzati (6,8% nel 2019).
- L’indicatore riserve tecniche / premi si incrementa dal 7,2% del 2019 all’8,3%, a causa della decrescita della raccolta premi. Per il ramo III si riscontra un valore costante (dal 5,8% del 2019 al 6,0%), con la crescita del portafoglio che bilancia l’incremento delle riserve.
- I redditi degli investimenti del ramo I partecipano al risultato del conto tecnico per un importo pari a 12,1 miliardi di euro, in riduzione rispetto al 2019 (15,9 miliardi).
Il ramo III (polizze vita unit e index linked)
I premi del lavoro diretto italiano raccolti nel 2020 dalle 43 imprese nazionali che esercitano il ramo III sono pari a 29.609 milioni di euro.
I premi di ramo III rappresentano il 29,2% del totale della produzione vita, in aumento rispetto al 2019 (6,2%). La composizione dei premi per tipologia di prodotto evidenzia (come nel ramo I) la rilevanza delle forme a premio unico, che meglio si adattano alla tipologia di prodotti collocati, con un peso sul totale ramo pari all’82,5%, in crescita rispetto al 2019 (81%).
L’analisi dei conti tecnici del 2020 rispetto all’anno precedente evidenzia:
- una riduzione dell’indice oneri per sinistri / riserve tecniche dall’11,5% del 2019 al 9,9%, derivante dalla decrescita dell’indice riscatti / riserve tecniche dal 8,6% al 7,4%;
- l’andamento costante delle spese di gestione sui premi contabilizzati (dal 3,3% al 3,2%);
- la riduzione del risultato del conto tecnico, ancorché positivo, al netto della riassicurazione, dell’1,1% (2,9% del 2019).
- Riguardo all’indicatore riserve tecniche / premi si riscontra un valore costante (dal 5,8% del 2019 al 6,0%), con la crescita del portafoglio che bilancia l’incremento delle riserve.
- Il conto tecnico del ramo III evidenzia una maggiore variabilità della componente reddituale, da 16 a 4,4 miliardi, dovuta al diverso criterio di contabilizzazione degli attivi e all’assenza di garanzie finanziarie per l’assicurato.