ANIA ha elaborato i dati relativi al monitoraggio degli investimenti effettuati dal settore assicurativo al fine di osservare e valutare gli eventuali effetti delle plusvalenze e minusvalenze latenti sul portafoglio complessivo.
Alla fine del mese di giugno 2021, il valore corrente dello stock di investimenti per la Classe C, sfiorava i 790 miliardi. Di questi, oltre l’88% (690 miliardi) è relativo al settore Vita mentre solo il restante 12% è relativo al settore Danni (97 miliardi). Considerando entrambi i settori, circa il 54% è stato impiegato in investimenti di natura durevole mentre il restante 46% in investimenti non durevoli.
E’ quanto emerge dall’indagine ANIA, che rileva le varie forme di investimento per le sole polizze di Classe C (si escludono quindi gli investimenti relativi alle polizze linked e ai fondi pensione, cosiddette di classe D). I dati sono valutati secondo i principi contabili nazionali.
Nel complesso il saldo tra plusvalenze e minusvalenze latenti a fine giugno 2021 è stato positivo e pari a oltre 82 miliardi: 73 miliardi erano riferibili al comparto Vita e 9 miliardi a quello Danni; circa il 65% dell’entità del saldo (per 54 miliardi) derivava dai titoli di Stato (per la quasi totalità allocabile nel comparto Vita), il 14% (circa 12 miliardi) derivava da
investimenti in azioni e l’11% (con un saldo di circa 9 miliardi) dalle obbligazioni.
Il saldo tra le plusvalenze e le minusvalenze latenti del portafoglio investimenti del
settore assicurativo è stato fortemente influenzato dalla crisi economica dilagata nel nostro paese nei primi mesi del 2020 per il diffondersi della pandemia del Covid-19: alla fine di dicembre 2019 le plusvalenze nette erano pari a oltre 70 miliardi; in soli tre mesi – alla fine di marzo – si era registrata una perdita di valore pari circa 30 miliardi ampiamente recuperata nei trimestri successivi; a fine dicembre 2020 le plusvalenze nette superavano i 100 miliardi.
Nell’ultimi due trimestri il saldo è tornato a diminuire progressivamente attestandosi a circa 82 miliardi alla fine di giugno 2021.
Le plusvalenze nette relative agli investimenti di natura non durevole che avevano subito una brusca frenata alla fine di marzo 2020 (poco più di 4 miliardi), hanno progressivamente ripreso valore attestandosi negli ultimi tre trimestri analizzati intorno ai 25 miliardi.
A fine marzo 2020 il saldo tra le plusvalenze e le minusvalenze degli altri investimenti (altri titoli, azioni, terreni e fabbricati) di investimento era stato negativo per circa 5 miliardi per poi riprendersi progressivamente nei trimestri successivi sfiorando a fine giugno 2021 i 12 miliardi. Nel complesso le plusvalenze nette di questo comparto, dopo la contrazione registrata durante il primo trimestre del 2021, hanno registrato una lieve ripresa nell’ultimo trimestre di circa 2 miliardi (28,6 miliardi il valore a fine giugno 2021).
Per quanto riguarda i soli titoli di Stato, le plusvalenze nette a fine giugno 2021 sono state pari a circa 54 miliardi in diminuzione di circa 16 miliardi da inizio anno, dopo una progressiva crescita che aveva portato il saldo ad incrementarsi di quasi 30 miliardi in nove mesi (da 40,8 miliardi a fine marzo 2020 a 69,4 a fine dicembre 2020).
La contrazione dell’ultimo trimestre delle plusvalenze nette dei Titoli di Stato è coerente con l’incremento di 16 b.p del rendimento del BTP decennale (da 0,66% a 0,82%) che abbinato all’incremento di circa 10 b.p. (sempre in territorio La contrazione dell’ultimo trimestre delle plusvalenze nette dei Titoli di Stato è coerente con l’incremento di 16 b.p del rendimento del BTP decennale (da 0,66% a 0,82%) che abbinato all’incremento di circa 10 b.p.