NEL PRIMO SEMESTRE GENERALI HA RADDOPPIATO GLI UTILI A 1,54 MLD MA IL TITOLO FA -1%
di Anna Messia
Interpellato su quale fosse il suo atteggiamento davanti alle critiche mosse nei suoi confronti da alcuni azionisti per la gestione delle Generali, ieri il group Ceo Philippe Donnet, con aplomb francese, ha replicato di sentirsi molto bene a scorrere i numeri della semestrale del Leone che hanno mostrato un utile raddoppiato a 1,54 miliardi, un risultato operativo di quasi 3 miliardi (+10,4%) e premi in aumento del 5,5% a 38 miliardi. «Sono il risultato di un lavoro iniziato cinque anni fa», ha aggiunto il numero uno della compagina, sottolineando che quello che terminerà a gennaio sarà il secondo piano industriale concluso con successo, nonostante la pandemia. Il tutto mentre i manager del gruppo sono già al lavoro sul nuovo business plan che sarà svelato il 15 dicembre e «che sarà molto ambizioso». Dopo l’apertura sui dividendi arrivata dalla Bce e dai regulator del settore assicurativo, dal 20 ottobre la compagnia è poi pronta a distribuire parte della cedola del 2020 rimasta congelata, pari a 46 centesimi, ha aggiunto i manager sottolineando che dal suo insediamento al timonedel gruppo le Generali hanno fatto meglio degli altri competitor europei in termini di total share holder ratio, indicatore che oltre alle performance sui listini include anche i dividendi. pagati agli azionisti. Nonostante la flessione di ieri (-1,04% a 16,675 euro) da novembre 2016, ovvero da quanto il manager ha presentato il suo primo piano strategico, fino a fine luglio 2021 il Leone ha registrato un +93% contro il +75% di Allianz, il +82% di Zurich e il +27% di Axa. Anche le previsioni per fine anno restano positive (nonostante l’impatto di 200 milioni per le catastrofi naturali) e pure l’offerta pubblica su Cattolica Assicurazioni, annunciata a fine maggio con un esborso massimo di 1,17 miliardi, procede come previsto. Il prezzo in Borsa della compagnia di Verona si è di fatto allineato ai 6,75 euro dell’offerta e le pratiche, in attesa delle autorizzazioni delle autorità competenti, «procedono velocemente e senza sorprese», ha sottolineato Donnet. Ma se è vero che ieri il consiglio di amministrazione ha espresso «la sua soddisfazione per gli eccellenti risultati raggiunti in un contesto particolarmente sfidante», è altrettanto vero che nel board permangono profonde divergenze in vista del rinnovo della governance con l’attuale cda che arriverà a scadenza ad aprile dell’anno prossimo, Donnet compreso. L’obiettivo è arrivare a una quadra entro il prossimo 27 ottobre quando il consiglio di amministrazione sarà chiamato a decidere sulla presentazione di una lista espressione del cda, come previsto dal nuovo statuto. Mentre Mediobanca, che di Generali detiene il 13% dovrebbe sostenere la riconferma di Donnet, a chiedere discontinuità sarebbero i soci privati e in particolare Francesco Gaetano Caltagirone che del Leone ha il 5,6% e che nel frattempo è diventato azionista rilevante anche di piazzetta Cuccia, con il 3% e un’opzione in tasca per salire fino al 5%, esercitabile a metà settembre. Caltagirone vorrebbe avviare un nuovo ciclo, per spingere su fusioni e acquisizioni, accelerare sul taglio dei costi e velocizzare ulteriormente la digitalizzazione del gruppo per riavvicinare Generali ai competitor europei anche in termini dimensionali. Una nuova fase, da affidare necessariamente a un nuovo management e meno di due mesi di tempo a disposizione per arrivare a un compromesso che consenta di evitare spaccature nella compagnia. (riproduzione riservata)
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