IL DECRETO LEGGE OGGI ALL’ESAME DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI . MENO RESPONSABILITÀ PER I SINDACI
di Marcello Pollio
Il codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (dlgs14/2029, Ccii) slitta a maggio 2022 e l’allerta va in freezer fino all’1 gennaio 2024. Lo prevede la bozza di decreto legge recante «Misure urgenti in materia di crisi d’impresa e di risanamento aziendale, nonché ulteriori misure urgenti in materia di giustizia» oggi in consiglio dei ministri. Lo schema di dl prevede che la procedura di allerta della crisi introdotta dall’art. 12 del Ccii non vedrà la luce prima di due anni. I sindaci che controllano le società in difficoltà a causa della pandemia Covid-19, che oggi si trovano sulla schiena il fardello degli obblighi fissati dal nuovo art. 2086 c.c. e la conseguente responsabilità da mancata segnalazione al tribunale, ai sensi dell’art. 2409 c.c., non potendo attivare gli Organismi di composizione della crisi d’impresa (Ocri) che avrebbero dovuto essere operativi presso ciascuna camera di commercio (art. 16 Ccii) proprio dal 1 settembre 2021, potrebbero finalmente ricevere buone notizie e vedere alleggerita la morsa, ma non per ridurre la loro responsabilità, bensì per evitare che le imprese in difficoltà non abbiamo l’opportunità di tentare processi virtuosi di risanamento. Si tratta, in sostanza di vedere sostituta la segnalazione agli Ocri con la segnalazione all’imprenditore con l’invito ad attivare volontariamente la composizione negoziata della crisi (art. 2 dello schema di dl).
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