I DANNI DELLE ESONDAZIONI IN GERMANIA SONO IMPONENTI ANCHE SE NON SONO ANCORA QUANTIFICATI
A quanto ammontano i danni provocati dalla disastrosa alluvione di metà luglio in Nord Renania Westfalia e Renania Palatinato? A una cifra vaga, diversi miliardi di euro. La ricostruzione in certe zone durerà più di un anno, e non tutto potrà tornare come prima. I danni alle strutture pubbliche, strade, linee ferroviarie, ponti, sono enormi. Quelli privati sono valutati tra i cinque e i sei miliardi. Molti hanno perso tutto, e non tutto è valutabile. I ricordi di una vita non hanno prezzo. E ben pochi avevano sottoscritto un’assicurazione contro le inondazioni.
Se non si abita lungo un fiume, in una zona pericolosa, il rischio è minimo, dunque la polizza sarebbe molto bassa. Ma i privati non ci pensano, e alle compagnie di assicurazione non conviene: le polizze per questi rischi straordinari non sono care, e nel caso che l’improbabile invece avvenga, i risarcimenti sarebbero altissimi. Da non dimenticare che non sempre, se sei previdente, trovi una compagnia disposta a coprire i rischi. Ai tempi prima del Muro, Bruno Volcic e io abitavamo di fronte, ma divisi dal Reno, a cinquecento metri di distanza. Lui abitava in una villetta unifamiliare, e la sua cantina dove aveva gli elettrodomestici, quando il Reno straripava, in media ogni due anni, finiva sott’acqua. Io abitavo dall’altra parte al secondo piano, e stavo al sicuro. Nel nostro emisfero, per la rotazione terrestre si erode di più la sponda sinistra, quella di Volcic, e lui finiva a mollo. L’assicurazione rifiutò di rinnovargli la polizza. A me sarebbe costata qualche deutsche mark.
Per questo, oggi in Germania si parla di introdurre un’assicurazione obbligatoria contro l’acqua alta, e le compagnie sono contrarie. Sul disastro Joachim Wenning, 56 anni, il capo della Munich Re, la seconda compagna di assicurazione al mondo, ha concesso un’intervista alla Süddeutsche Zeitung. Stiamo ancora valutando la situazione, ammette, per tutte le compagnie i risarcimenti ammonterebbero da 4,5 a 5,5 miliardi di euro, senza contare i danni in Francia, Olanda e Belgio.
In un caso come il disastro di luglio non si può pretendere che i danni e le ricostruzioni siano un problema dei privati, e delle compagnie, aggiunge Wenning. È compito dello stato intervenire e decidere caso per caso se ricostruire o meno quanto è andato distrutto. O costruire altrove.
«Se, come per l’auto, fosse introdotta un’assicurazione obbligatoria, noi non saremmo contrari, sarebbe realizzabile, ma personalmente avrei i miei dubbi. I premi sicuramente salirebbero, e ci sarebbe il pericolo di credere che una polizza per tutti potrebbe risolvere anche tutti i problemi. Inoltre è utopistico pensare a una polizza-base buona per tutti. Oggi, la scelta è personale, c’è chi assicura la casa al 60%, chi all’80, un terzo assicura i mobili, un quarto ritiene che non ne valga la pena. Noi avevamo offerto, in realtà, una polizza adattabile ai desideri individuali nelle zone considerate a rischio, ma l’ha sottoscritta un privato su mille». Wenning ammette che alcuni assicuratori hanno offerto polizze poco chiare, e che i clienti siano stati indotti a credere di essere tutelati, e oggi scoprono di dover pagare i danni di tasca loro.
La Munich Re ha un giro d’affari di 55 miliardi di euro, e a Joachim Wenning è stato rinnovato il contratto fino al 2026, anche se gli utili nel 2020 si sono più che dimezzati, da 2,7 miliardi a 1,2. Non è responsabile della crisi provocata dall’epidemia, anche se per certi danni il Covid ha fatto risparmiare le compagnie: si è circolato meno in auto, ci sono stati meno incidenti, e meno furti. Alcune compagnie di assicurazione hanno risarcito in parte i clienti, che hanno dimostrato di aver usato poco l’auto.
«In Germania», spiega Wenning, «il 99,5% delle costruzioni non presenta in realtà alcun rischio. Ma per il restante 0,5 il pericolo è elevato, le polizze sarebbero molto care. E per i privati, alla fine, converrebbe correre il rischio di far fronte ai danni, nel caso di un disastro. Nel caso di un’assicurazione obbligatoria, il prezzo di una polizza dovrebbe essere uguale per tutti, e quanti in realtà non sono a rischio, dovrebbero pagare la stessa cifra di chi abita in zone pericolose».
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