di Luca Gualtieri
L’integrazione di Ubi farà diventare Intesa Sanpaolo un campione europeo, seconda in classifica per valore di mercato dopo la francese Bnp Paribas. Anche se è presto per ragionare su un consolidamento oltre confine, ieri Carlo Messina ha voluto inquadrare in chiave internazionale l’opas appena conclusa: con Ubi realizziamo un «campione in grado di competere con successo a livello europeo. Saremo vicini o prossimi alla prima banca europea», ha spiegato il ceo presentando i risultati semestrali. «Intesa scavalca Santander nella capitalizzazione e si avvicina alla prima banca in Europa che è Bnp. Mai una banca italiana è stata seconda in Europa per capitalizzazione di Borsa e io propongo così alle risorse umane di Ubi un grande progetto europeo», ha precisato il banchiere che ha scelto anche di rivolgere un messaggio ai dipendenti del gruppo lombardo: «Sin da ora, accogliere nel gruppo i nuovi colleghi provenienti da Ubi rappresenta una priorità assoluta di Intesa e mia personale».
La tabella di marcia del dopo opas è definita: se oggi è previsto il regolamento dell’opas, domani il cda di Ubi dovrebbe precettare Gaetano Miccichè come nuovo ceo al posto di Victor Massiah che ieri ha annunciato le dimissioni. «Come nuovo amministratore delegato di Ubi, serve una persona che sappia guidare con successo organizzazioni complesse, e squadre con persone da motivare. A questa caratteristiche mi pare corrisponda perfettamente Gaetano Miccichè», ha spiegato Messina nel corso della presentazione. Entro metà ottobre invece l’assemblea sarà chiamata a nominare il nuovo board cui spetterà gestire l’integrazione. Le tappe principali di tale processo saranno la cessione del ramo bancario con gli attivi e passivi correlati a Bper, la riduzione dei crediti deteriorati e l’accordo sindacale per le uscite volontarie. L’assemblea della primavera 2021 sarà poi chiamata ad approvare la fusione di Ubi in Intesa Sanpaolo. A quel punto si tratterà di integrare il management dei due gruppi, un processo particolarmente delicato soprattutto per quanto riguarda le strutture centrali. Sempre nel 2021 è infine prevista la presentazione di un nuovo piano industriale alla luce del deal con Ubi: «L’anno prossimo, quando lo scenario macroeconomico diventerà più chiaro, forniremo al mercato un piano di Impresa dettagliato, riguardante il nuovo gruppo combinato», ha spiegato Messina che nella sua presentazione non ha risparmiato una stoccata a Unicredit, molto attiva negli ultimi mesi contro l’opas: «Abbiamo creato un ulteriore significativo distacco dall’altro player italiano, che a questo punto non è più la più grande banca italiana anche fuori dall’Italia. E in termini di redditività già non era comparabile prima e non rimarrà più comparabile oggi». Sempre ieri Intesa ha presentato i risultati della semestrale con un utile netto salito a 2,6 miliardi (miglior risultato nei primi sei mesi dal 2008). La banca ha inoltre confermato la politica dei dividendi, che prevede un payout ratio pari al 75% del risultato netto per il 2020 e al 70% per il 2021. In aggiunta Intesa intende ottenere l’approvazione della Bce per una distribuzione cash da riserve nel 2021 alla luce dell’utile netto 2019 allocato a riserve nel 2020. (riproduzione riservata)
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