di Livia Lepore (MF-DowJones)
Alla fine di giugno il numero di posizioni presenti nelle forme pensionistiche complementari è di 9,223 milioni; la crescita rispetto alla fine del 2019, pari a 105 mila unità (1,2%), è inferiore rispetto ai periodi precedenti all’emergere dalla crisi epidemiologica ed è risultata pressoché nulla nel secondo trimestre. È quanto comunica la Covip, precisando che a tale numero di posizioni, che include anche quelle di coloro che aderiscono contemporaneamente a più forme, corrisponde un totale degli iscritti che può essere stimato in 8,3 milioni di individui. I fondi negoziali registrano circa 59 mila posizioni in più (1,9%). Nelle forme pensionistiche di mercato, i fondi aperti contano 1,57 milioni di posizioni, crescendo di circa 20 mila unità (1,3%) rispetto alla fine del 2019. Per i Pip «nuovi» il totale delle posizioni è di 3,444 milioni, in aumento nel semestre di circa 25.000 unità (0,7%).
Per quanto riguarda i rendimenti, continua la Covip, i risultati delle forme complementari sono risaliti, pur continuando in media a rimanere negativi rispetto alla fine del 2019. Al netto dei costi di gestione e della fiscalità, i fondi negoziali hanno perso l’1,1%, il 2,3% e il 6,5%, rispettivamente, i fondi aperti e i Pip di ramo III, caratterizzati in media da una maggiore esposizione azionaria. Per le gestioni separate di ramo I, che contabilizzano le attività a costo storico e non a valori di mercato e i cui rendimenti dipendono in larga parte dalle cedole incassate sui titoli detenuti, il risultato è stato pari allo 0,7% per cento. Valutando i rendimenti su orizzonti più propri del risparmio previdenziale, essi restano nel complesso soddisfacenti nonostante la recente crisi. (riproduzione riservata)
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