Nel 2019- secondo i dati diffusi dall’Istat – sono stati 1.411 i conducenti e passeggeri di autovetture deceduti (-0,8% rispetto al 2018); seguono motociclisti (698; +1,6%), pedoni (534; -12,7%), ciclisti (253; +15,5%), occupanti di autocarri e motrici (137; -27,5%), ciclomotoristi (88; -18,5%) e di altre modalità di trasporto (52; -45,8%) (che includono autobus,macchine agricole, motocarri e quadricicli).
Il marcato aumento delle vittime tra i ciclisti, soprattutto su strade statali nell’abitato e fuori città, è associato anche alla crescita degli incidenti stradali che coinvolgono biciclette (+3,3% nel complesso) e all’aumento delle vendite di biciclette e e-bike, il 7% in più, nel 2019 rispetto all’anno precedente. Inoltre, va segnalato che circa il 25% degli spostamenti giornalieri totali nel 2019 è stato su bicicletta (Fonte: Isfort), sono quasi 2 milioni gli italiani
che la usano come mezzo di trasporto quotidiano e, anche i cicloturisti, sia italiani sia stranieri sono una componente in forte espansione (i pernottamenti di cicloturisti pesano il 6,1% del totale nel 2019 (Fonte: Isnart-Unioncamere e Legambiente). Un forte impulso all’uso della bicicletta, infine, è stato dato anche dalla Legge n. 2 dell’11 gennaio 2018 su “Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete
nazionale di percorribilità ciclistica”.
La distribuzione per genere delle vittime mostra uno svantaggio nettamente maschile, ad eccezione dei pedoni, per i quali la distribuzione delle vittime fa registrare frequenze elevate anche per le donne. Nel complesso, gli utenti più vulnerabili rappresentano il 49,6% dei morti sulle strade; aumentano, nel 2019, in particolare le vittime
su bicicletta e motociclo mentre diminuisce il numero di pedoni.
Gli indici di mortalità e lesività per categoria di utente della strada evidenziano i rischi più elevati per gli utenti vulnerabili rispetto a quelli di altre modalità di trasporto. L’indice di mortalità per i pedoni, pari a 2,7 ogni 100 incidenti per investimento di pedone, è circa quattro volte superiore a quello degli occupanti di autovetture (0,7); il valore dell’indice riferito ai motociclisti è 2,5 volte superiore (1,6 morti ogni 100 incidenti), per i ciclisti è, invece, più che doppio (1,5).
Con riferimento agli anni di benchmark per la sicurezza stradale 2001 e 2010, le categorie maggiormente penalizzate sono quelle dei ciclisti (-30,9% dal 2001, -4,5% dal 2010), dei pedoni (-48,3% dal 2001, -14% dal 2010) e dei motociclisti (-17,7% dal 2001, -26,5% dal 2010). Le classi di utenti che presentano i maggiori guadagni in termini di riduzione della mortalità negli ultimi 18 anni sono quelle di ciclomotoristi e automobilisti. I traguardi raggiunti si devono a una molteplicità di fattori, tra i quali la sensibilizzazione a un corretto utilizzo del casco e dei dispositivi di sicurezza e i notevoli progressi della tecnologia per la costruzione di dispositivi di sicurezza dei veicoli.