LA COMPAGNIA UNIPOL È PRONTA A PAGARE IL DIVIDENDO IN CASO DI VIA LIBERA DELLE AUTORITÀ UE
Unipol batterà probabilmente gli obiettivi di piano ed è pronta a distribuire dividendi non appena i regolatori lo permetteranno. «Tutti i numeri e tutte le tendenze e un semestre particolarmente solido ci portano a dire, anche per UnipolSai, che gli obiettivi di piano saranno certamente raggiunti e probabilmente anche migliorati», ha annunciato Carlo Cimbri, a.d. di Unipol, presentando i conti semestrali.
Quanto alla remunerazione agli azionisti, «i dividendi previsti per il 2019 restano accantonati, unitamente al dividendo 2020, per cui abbiamo già le condizioni per rispettare il piano. Procederemo alla liquidazione di questo dividendo appena cesserannno i divieti imposti dal regolatore europeo. Unipol gruppo è perfettamente nelle condizioni di distribuire il dividendo a valere sul bilancio 2019, sospeso per le raccomandazioni pervenute dall’Ivass. Di fatto il bilancio 2020 è già fatto, e allo stato traguarda un utile netto di 300 milioni. La solvibilità di Unipol gruppo è analoga a quella che aveva al 31 dicembre», ha aggiunto il top manager, ricordando che la cedola prevista dal piano ammonta a 200 milioni, che rappresentano cinque punti di solvibilità e il 5,8% dell’eccesso di capitale al 30 giugno.
Peraltro, secondo Cimbri, il blocco del dividendo è sbagliato. «Non è un’iniziativa dell’Ivass, che di fatto riceve dal supervisore europeo questo tipo di raccomandazione, che a sua volta arriva dallo European Systemic Risk Board». L’errore ha tre radici: «In primo luogo è un provvedimento generalizzato, non consente ai singoli regolatori di fare valutazioni di merito legati alle singole situazioni. Inoltre produce disparità di trattamento e non consente a chi è stato ligio alle raccomandazioni della vigilanza precedenti di mettersi al pari degli altri». Infine, ha aggiunto l’a.d. di Unipol, «è un provvedimento che tiene bloccati miliardi di risorse».
Per quanto riguarda il coinvolgimento nell’operazione Intesa-Ubi, Unipol si aspetta una massa clienti nel comparto Vita da 1,5-2 miliardi di euro all’anno e riserve nell’ordine di 8-9 mld. «Questo nel corso del 2021», ha precisato Cimbri, «perché l’operazione per noi non produrrà effetti in questo esercizio, dal momento che dovrà completarsi prima l’acquisizione da parte di Bper delle filiali, per la quale Bper effettuerà un aumento di capitale. Vedremo quanto sarà e lo seguiremo per la parte di nostra competenza». L’anno prossimo sarà effettuato il riassetto delle quote delle joint venture assicurative ora in capo a Ubi.
© Riproduzione riservata
Fonte: