L’operazione punta a rafforzare la partnership tecnologica delle due case nipponiche nella guida autonoma
di Luciano Mondellini
Il risiko dell’auto ricomincia dal Sol Levante. Ieri il colosso giapponese Toyota, fra i tre maggiori produttori di vetture al mondo insieme a Volkswagen e
Renault-Nissan, ha annunciato che acquisirà il 4,9% della connazionale Suzuki, per un valore di 96 miliardi di yen (poco più di 818 milioni di euro). In cambio Suzuki riceverà azioni Toyota per 48 miliardi di yen (pari a circa lo 0,2% di Toyota). Le due case nipponiche hanno spiegato che l’accordo di scambio di capitale è stato siglato per rafforzare la loro partnership tecnologica, tra cui l’espansione dello sviluppo di auto a guida autonoma. In particolare l’operazione, che deve ancora superare l’approvazione delle autorità regolatrici di Tokyo, ha come obiettivo quello di «stabilire e promuovere un partenariato a lungo termine tra le due società», per collaborare in nuovi settori, incluso quello della guida autonoma. Toyota e Suzuki sono già partner tecnologici dal 2017 e dallo scorso anno sono anche partner commerciali in India. In questo quadro l’entrata nel capitale di Suzuki potrà anche aiutare Toyota nella corsa a tornare a essere il maggior produttore di auto al mondo, visto che nel 2018 la casa nipponica si è classificata terza in termini di veicoli venduti (10,59 milioni di unità, contando anche i marchi Lexus, Daihatsu e Hino), dietro all’alleanza RenaultNissan-Mitsubishi Motors e al colosso tedesco Volkswagen, che può contare su brand quali Audi, Seat e Porsche, oltre a quello omonimo che
dà il nome all’intero gruppo. In termini strategici l’operazione segnala l’esigenza da parte delle case automobilistiche di tutto il mondo di aggregarsi per meglio sostenere
le spese di ricerca per quanto riguarda la nuova mobilità, sia essa intesa come la propulsione elettrica o come la guida autonoma. Non a caso, nei tempi più recenti tutte le operazioni di m&a nel mondo delle quattro ruote ha avuto tra i motivi principali quello delle sinergia di costo e quello delle nuove tecnologie. Questi aspetti hanno spinto (anche se non erano i soli) per
la fusione, poi tramontata tra Fca e Renault. E sempre alla ricerca di sinergie sulle nuove tecnologie si basa la recente alleanza industriale tra Volkswagen e Ford, che molti addetti ai lavori considerano come il passo iniziale di una collaborazione tra il colosso di Wolfsburg e la casa di Detroit. Non per niente, anche Toyota e Suzuki avevano un’alleanza industriale di questo tipo prima
dell’operazione annunciata ieri. C’è comunque da dire che lo scambio azionario tra le due case automobilistiche non ha scaldato più di tanto la borsa di Tokyo, visto che sia il titolo Toyota che quello Suzuki sono rimasti pressoché invariati sul listino nipponico. (riproduzione riservata)
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