Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Intesa Sanpaolo smarca definitivamente il problema del credito deteriorato. Dopo 15 trimestri consecutivi di calo dal picco del 2015, al 30 giugno lo stock è sceso al livello più basso dal 2009. Un contributo ulteriore arriverà dall’operazione sugli unlikely to pay con Prelios annunciata ieri nel corso della presentazione dei risultati semestrali (vedi articolo in pagina). Nel primo semestre, inoltre, la banca ha registrato il più basso flusso di crediti deteriorati di sempre «grazie alla capacita di gestire in maniera proattiva i crediti e alla qualità delle nostre aziende clienti, attualmente molto più solide e profittevoli rispetto a quanto non fossero prima della crisi del 2008», ha spiegato l’amministratore delegato Carlo Messina. Quanto ai risultati delle singole aree di business, la Banca dei Territori nel semestre ha guadagnato 839 milioni (+9,2%), il corporate e investment banking 983 milioni (-13,4%), le international subsidiary banks 371 milioni (-1,9%), il private banking 465 milioni (+0,9%), l’asset management 226 milioni (-2,6%) e le attività assicurative 324 milioni (-16,5%).
I conti semestrali di Poste Italiane sono andati meglio delle attese, con un utile di 763 milioni, e l’amministratore delegato del gruppo, Matteo Del Fante, confermando tutti gli obiettivi del piano industriale per il 2019, ha deciso che quest’anno sarà pagato agli azionisti un acconto sul dividendo. Una novità che serve «per allinearci alle migliori pratiche di mercato», ha spiegato il manager. Il piano industriale Deliver 2022 ha promesso un incremento annuo del dividendo del 5% e il prossimo 20 novembre gli azionisti, Tesoro compreso, potranno quindi incassare presumibilmente una cifra di poco inferiore ai 287 milioni (poco meno della metà del totale, incrementato del 5%). Sotto controllo i costi operativi, saliti dell’1% a 4,441 miliardi, in linea con il piano industriale, mentre il risultato operativo (ebit) è aumentato nel semestre del 2,6%, a 1,081 miliardi rispetto agli 1,018 miliardi attesi e, come detto, il contributo è arrivato da tutte le aree e in particolare dal settore dei servizi assicurativi che ha registrato un utile operativo semestrale di 454 milioni, in crescita del 26,1%.
La cassa dei commercialisti alza l’allarme sul regolamento degli investimenti per gli enti di previdenza. Dopo otto anni di attesa il governo si appresterebbe infatti ad adottare lo schema di regolamento previsto dalla legge 98 del 2011 ma senza aver cambiato la sostanza di un testo che «si preannuncia obsoleto prima ancora di nascere», spiega Walter Anedda, presidente della cassa dei dottori commercialisti (Cnpadc).
Mediobanca ha chiuso l’esercizio 2018-19 con ricavi saliti del 4% a 2,5 miliardi, trainati dall’attività commerciale, mentre l’utile netto è sceso a 823 milioni per l’assenza di proventi straordinari ma ha comunque battuto le attese degli analisti. Sul fronte della redditività, la banca ha raggiunto un rote rettificato al 10,2% (da 9,5%) e un Cet1 stabile al 14,1%. Le commissioni sono in rallentamento (-2% a 611 milioni) nonostante la crescita del totale delle attività finanziarie (+6% a 68 miliardi) e della raccolta netta (+5% a 5 miliardi) per i bassi volumi di operazioni di capital market e la scarsa propensione al rischio degli investitori. Ora comunque Piazzetta Cuccia si prepara a presentare il nuovo piano triennale il prossimo 12 novembre. La strategia «sarà coerente» con quello attuale con un focus ancora sul wealth management, dove Mediobanca punta a crescere anche attraverso acquisizioni importanti. «Oggi non abbiamo dossier sul tavolo», ha chiarito Nagel, ma se si presenterà un’opportunità l’istituto milanese potrà valutare anche la vendita del 3% di Generali, della quale detiene in tutto il 13% del capitale. In ogni caso «non abbiamo scadenze temporali o vincoli», ha sottolineato il banchiere.
Banca Mediolanum ha chiuso il primo semestre riportando un utile netto in calo a 171,34 milioni di euro che si confronta con un risultato positivo per 175,34 milioni conseguito nel periodo di raffronto dello scorso anno. Nel periodo, si legge in una nota, l’istituto guidato da Massimo Doris ha visto crescere le commissioni attive a 701,49 milioni dai 615,19 dell’anno prima, mentre il margine d’interesse si è rafforzato a 111,69 milioni rispetto agli 87,06 milioni riportati a fine giugno 2018.
- Banco Desio sigla accordo con Coface
Il gruppo francese Coface (uno dei leader mondiali nel settore dell’assicurazione del credito) e il Banco di Desio e della Brianza hanno siglato un nuovo accordo di collaborazione per la promozione delle polizze assicurative Credito e Cauzioni e dei nuovi servizi informativi di Coface presso le imprese clienti dell’istituto brianzolo, le quali potranno accedere a tutta l’offerta e ai prodotti di Coface sul mercato italiano a sostegno dello sviluppo e della protezione del business. «La collaborazione con Coface ci permette di arricchire ulteriormente l’offerta alla nostra clientela imprese, componente importante e strategica per il nostro istituto», ha commentato Angelo Antoniazzi, direttore generale del Banco di Desio
- Azimut stima raccolta luglio a 500 mln
Azimut prevede di realizzare una raccolta netta consolidata di circa 500 milioni di euro a luglio, di cui circa 350 milioni dall’Italia (almeno 325 milioni di risparmio gestito) e 150 milioni dall’estero, il cui periodo di elaborazione dati è maggiore rispetto al solo business italiano. Il dato definitivo di raccolta netta sarà comunicato a breve. Da inizio anno, includendo il dato previsionale di raccolta del mese di luglio, il gruppo raggiunge una raccolta netta di 3,2 miliardi, di cui circa 1,2 dall’Italia. «Il dato rilevante dei flussi registrati in Italia è frutto dell’intensa attività svolta dai consulenti finanziari e wealth manager del gruppo», dice Pietro Giuliani, presidente del gruppo. «È un risultato che riteniamo segni un’inversione di tendenza rispetto a quanto conseguito l’anno scorso nello stesso periodo»
Da oggi «Quota 100» entra in vigore anche per i dipendenti pubblici. Potranno quindi andare in pensione gli statali (con un minimo di 38 anni di contributi e 62 anni di età) per i quali la somma dell’età anagrafica e di quella contributiva arrivi alla fatidica soglia di 100.
Intesa Sanpaolo ha archiviato il primo semestre con un utile netto di 2,27 miliardi di euro, in aumento del 4% su base annua. L’a.d. Carlo Messina ha sottolineato che si tratta del migliore risultato dal 2008. Il banchiere si è detto «particolarmente soddisfatto» per l’andamento economico dell’istituto, in particolare perché è stato ottenuto «in un contesto più complesso del previsto», nell’ambito del quale Ca’ de Sass «ha confermato la capacità di raggiungere risultati importanti, in linea con l’obiettivo di un utile netto superiore a quello del 2018».
Mediobanca ha chiuso l’esercizio 2018-2019 con un utile netto di 823 milioni di euro, in calo del 4,7% su base annua. La flessione viene ricondotta alla mancanza di proventi straordinari per 98 milioni, di cui aveva beneficiato il precedente conto economico. L’utile rettificato è migliorato dell’8% a 860 milioni, mentre l’utile per azione rettificato si è attestato a 0,97 euro. I ricavi sono saliti del 4% a 2,5 miliardi, trainati dall’attività commerciale. Il risultato operativo si è rafforzato dell’8% sopra 1,1 miliardi. Le attività deteriorate lorde sono diminuite dell’8% a 1,8 miliardi. Sul fronte della redditività, Piazzetta Cuccia ha raggiunto un rote rettificato al 10,2% (dal 9,5%) e un Cet 1 stabile al 14,1%. Il payout è stato alzato dal 48 al 50% e ai soci verrà proposto il pagamento di una cedola unitaria di 0,47 euro, stabile rispetto al precedente esercizio. L’a.d. Alberto Nagel ha spiegato che il nuovo piano è in fase di elaborazione e verrà presentato a novembre. Nel documento non verrà reinserita la cessione del 3% di Generali: «La nostra impostazione è che non abbiamo più né una scadenza temporale né un vincolo per l’alienazione di una quota di Generali, a meno che non si presentino per noi occasioni di crescita». L’eventualità di vendere una quota del Leone, di cui Piazzetta Cuccia detiene il 13%, si porrebbe soltanto «se Mediobanca si trovasse ad avere un capitale più tirato o si trovasse a fare un’operazione m&a di grandi dimensioni».
Poste italiane ha chiuso il semestre con un utile netto di 763 milioni di euro, in crescita del 4% rispetto allo stesso periodo del 2018, e annuncia un acconto sul dividendo. I ricavi sono ammontati a 5,521 miliardi (+1,7%) e i ricavi normalizzati a 5,242 mld (+4,5%). L’ebit è salito del 2,6% a 1,081 miliardi e quello normalizzato del 17,6% a 825 milioni, in linea con gli obiettivi del piano industriale. I depositi sono aumentati di 6,4 miliardi, per effetto dei conti correnti della pubblica amministrazione e delle giacenze PostePay, mentre la raccolta assicurativa è cresciuta di 2,4 mld, sostenuta dall’offerta di prodotti multiramo. I fondi di investimento sono saliti di 224 milioni. La spesa per investimenti è stata pari a 230 milioni (+52,6%).
- Banca Mediolanum, masse gestite record
Banca Mediolanum ha chiuso il primo semestre con un utile netto consolidato di 171 milioni. Il margine operativo ha raggiunto 196 milioni. Il margine da interessi e’ aumentato del 28% ad 112 milioni. Il totale delle masse gestite e amministrate è salito alla cifra record di 80,3 miliardi.
- Mediobanca, profitti a quota 860 milioni «Superati i target»
Mediobanca ha chiuso il bilancio 2018-2019 con «numeri che ci hanno dato molta soddisfazione», ha detto il ceo Alberto Nagel: utile netto rettificato pari a 860 milioni di euro, in crescita dell’8% rispetto al precedente esercizio, i ricavi sono a 2,5 miliardi (+4%). Oltre a ricavi e profitti, anche l’utile operativo si chiude a livelli record, spiega una nota, con una crescita dell’8% a 1,1 miliardi «malgrado il marcato deterioramento del contesto operativo». Nagel ha sottolineato che la struttura del nuovo patto di Mediobanca, con la trasformazione in accordo di pura consultazione, ha consentito al capitale prima vincolato «di essere considerato free float e ha pertanto migliorato la percezione sulla governance dell’istituto agli occhi degli investitori istituzionali». Gli obiettivi del piano industriale che termina quest’anno sono stati «pienamente raggiunti», spiega la società, «grazie alla peculiarità del modello di business e alla solidità finanziaria». Su una possibile vendita di una quota di Generali (Mediobanca possiede il 13%), il banchiere ha spiegato che l’istituto non ha «scadenze temporali o vincoli a meno che non si presentino occasioni di crescita». Rispetto al dossier Kairos «continuiamo il dialogo».
- Mediobanca prepara il nuovo piano senza intaccare Generali
Il nuovo piano triennale di Mediobanca sarà presentato al mercato il prossimo 12 novembre e sarà in linea col precedente – ha precisato l’ad Alberto Nagel – con focus sul wealth management, che è un programma da sviluppare con orizzonte «decennale». Non sarà inserita la cessione del 3% di Generali (è cambiato il contesto regolamentare). «La nostra impostazione è che non abbiamo scadenze temporali o vincoli per cedere Generali a meno che non si presentino per noi occasioni di crescita particolari», ha detto Nagel, precisando poi che però al momento non sono sul tavolo. L’ultimo bilancio chiuso a giugno, è stato il «migliore» dell’arco di piano appena concluso, piano che ha centrato tutti gli obiettivi promessi e ha visto il rinnovo del patto in formula leggera, «con un miglioramento della percezione del mercato». Le masse gestite sono cresciute nel triennio al ritmo del 31% all’anno raggiungendo i 39 miliardi, gli impieghi sono aumentati del 9% all’anno a 44 miliardi, i ricavi del 7% annuo segnando il record storico di 2,5 miliardi al 30 giugno scorso.
- Mediolanum, 171 milioni di utili e raccolta a 2 miliardi nei sei mesi
Banca Mediolanum registra un utile netto pari a 171 milioni di euro nel primo semestre 2019, in leggera flessione rispetto ai risultati di 12 mesi fa, quando i profitti consolidati si erano attestati a 175 milioni. Il risultato deriva da un aumento del margine operativo (+41% a 196 milioni), con una sostenuta crescita dei ricavi ricorrenti che ha in parte compensato i minori effetti di mercato contabilizzati nel semestre (le commissioni di performance si sono ridotte a meno di un quarto, scendendo da 84,6 a 20,4 milioni). Nel complesso, Banca Mediolanum è stata in grado nei primi sei mesi dell’anno di raccogliere complessivamente 2,035 miliardi (1,427 miliardi la raccolta netta gestita) contribuendo a portare il totale delle masse gestite e amministrate alla cifra record di 80,3 miliardi (+5% rispetto al 30 giugno 2018 e +8% rispetto a fine 2018). «Siamo molto, molto vicini alle cifre del 2018 e mi aspetto di finire l’anno sui livelli di quello scorso», ha spiegato all’agenzia Radiocor – Il Sole 24 Ore, l’amministratore delegato Massimo Doris, che però ha voluto soprattutto sottolineare i progressi realizzati nel settore del credito, dove le erogazioni sono cresciute del 21% e in quello della «protezione» dei clienti, dove le polizze sono invece aumentate del 78 per cento.
- Swiss Re: sugli utili semestrali pesano le catastrofi
Performance contrastanti per Swiss Re. Nella prima metà dell’anno, il secondo riassicuratore mondiale ha visto il suo utile netto scendere di oltre il 5% a 953 milioni di dollari, ma ha fatto meglio di quanto gli analisti si aspettassero. Il gruppo zurighese ha potuto contare su investimenti finanziari e su una “solida performance” del ramo riassicurativo. Tuttavia, questo aumento è stato limitato dall’aumento del costo del tifone Jebi, che ha colpito il Giappone lo scorso settembre, e da varie calamità naturali in Australia.
Anche il carico relativo all’incidente aereo della Ethiopian Airlines dello scorso marzo e l’immobilizzazione del Boeing 737 MAX hanno pesato sui risultati. Di conseguenza, il combined ratio (sinistri e spese/premi) del ramo riassicurativo è sceso in rosso al 100,5% nel primo semestre dell’anno.
Corporate Solutions ha subito una perdita di 403 milioni di dollari, rispetto a un utile di 58 milioni di dollari nello stesso periodo del 2018.
Swiss Re ha riaffermato l’obiettivo di ridurre la propria partecipazione nella controllata britannica ReAssure – di cui detiene il 75% – in vista del suo deconsolidamento. Tre settimane fa, ha annunciato che avrebbe “sospeso” il progetto di IPO di questa società specializzata in assicurazioni sulla vita “chiuse” a causa della minore domanda degli investitori. Il gruppo dice che non intende tentare di valutarlo nuovamente “nella seconda metà dell’anno”.
- Utile miliardario per Munich Re: gli analisti rimangono scettici