Report consulenti del lavoro. Con quota 100 un assunto ogni tre uscite
Pochi i giovani al posto dei lavoratori qualificati
di Michele Damiani
Le misure di pensionamento anticipato non si traducono automaticamente in una maggiore occupazione giovanile. Nel 2019, ad esempio, per effetto di quota 100 solo un giovane su tre pensionati farà ingresso nel mondo del lavoro. E’ quanto stabilito dal rapporto elaborato dall’Osservatorio statistico consulenti del lavoro nel report “il ricambio generazionale dell’occupazione”. Il rapporto analizza il tasso di sostituibilità tra pensionati e giovani alla prima esperienza lavorativa. I numeri riportati nel documento evidenziano che per i lavori poco qualificati il ricambio occupazionale presenta buoni numeri, mente per quelle più specializzate l’uscita anticipata dal lavoro degli anziani non favorisce l’ingresso di giovani nel mercato del lavoro. “Misure anticipate di uscita dal lavoro non sempre producono gli effetti sperati”, è il commento del presidente della Fondazione studi del Cno Rosario De Luca. “Spesso accade il contrario, soprattutto nel settore privato”. La conclusione del report viene confermata dai numeri relativi all’impatto di quota 100; nel 2019 su 314 mila richiedenti accesso al prepensionamento, saranno circa 116 mila i ragazzi under 30 che entreranno nel mercato del lavoro, per un rapporto che è circa di un giovane su tre pensionati (numeri decisamente più bassi delle stime previste dal governo). Questo perchè solo una parte dei pensionati è stata sostituita dai giovani alla prima esperienza, in quanto la restante parte è stata affidata a lavoratori meno giovani, oppure non è stata sostituita affatto.
Il rapporto effettua un’analisi dei tassi di sostituzione in relazione alle varie tipologie di attività intraprese. Si registra un saldo negativo di 48 mila posti, ad esempio, per quanto riguarda legislatori, imprenditori e alta dirigenza così come per professioni intellettuali e di elevata specializzazione. Tra le professioni dove si manifesta il maggiore ricambio occupazionale ci sono quelle inerenti le attività commerciali e dei servizi, con un saldo positivo molto elevato a quota + 358 mila. Questo perché, secondo lo studio, “un barista o un commesso possono essere sostituiti con un lavoratore di qualsiasi età, visto la bassa specializzazione, ma se è giovane costa meno».Tra i punti analizzati nel documento vi è anche la differenza sul livello di istruzione dei pensionati in rapporto a quello degli under 30. Oltre la metà dei primi (il 51,1%) ha conseguito al massimo la licenza media, il 18% ha al massimo la licenza elementare, un terzo è diplomato e solo il 14,9% è laureato. Tra i giovani, invece, il 26,5% è laureato, oltre la metà (il 53,9%) è diplomato e il 19,7% ha conseguito la licenza media.
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