Diventa più probabile un’intesa a ottobre. e la sterlina s’impenna. Il capo negoziatore dell’Unione Europea propone a Londra una partnership commerciale che non c’è mai stata con alcun altro Paese terzo. Per il governo inglese un accordo è vicino
di Matteo Rizzi
Dopo la Brexit l’Unione Europea rimarrà vicina al Regno Unito. Questo è il messaggio riferito dal capo negoziatore per la Brexit dell’Unione Europea, Michel Barnier. A riportarlo è il Daily Mail, che ha intitolato la notizia con un «Finally» (finalmente) in maiuscolo, come a sottolineare che l’ammorbidimento dei toni da parte di Bruxelles fosse scontato. Secondo il capo negoziatore europeo sembra quindi che la volontà dell’Unione Europea sia di fornire uno status speciale alle relazioni con Londra. «Siamo pronti a offrire al Regno Unito una partnership che non c’è mai stata con nessun altro Paese terzo», ha detto Barnier, specificando, però, che gli inglesi dovranno scegliere se stare dentro o fuori. «Mercato unico significa mercato unico, non ne esiste una versione in cui i partecipanti possono sceglierne le componenti à la carte», ha avvertito il capo dei negoziatori. «Noi rispettiamo scrupolosamente le linee invalicabili della Gran Bretagna e loro devono fare altrettanto rispettando ciò che siamo», ha concluso Barnier.
La sterlina si è così lanciata sopra i 1.1115 euro, un aumento dell’1%, toccando i massimi da tre settimane. Gli investitori si sono così dimostrati ottimisti sulle possibilità di un accordo sulla Brexit prima che il Regno Unito esca definitivamente dall’Unione Europea, cioè entro marzo 2019. Un’offerta che darebbe alla Gran Bretagna una partnership senza precedenti. Il ministro britannico incaricato delle trattative, Dominic Raab, nel corso di un’audizione alla Camera dei Lord ha dimostrato la volontà di chiudere in fretta i negoziati con l’Ue entro il Consiglio europeo del 18 e 19 ottobre, ma sta valutando anche un certo «margine di manovra».
Tra gli impedimenti che potrebbero far slittare l’accordo a novembre, il ministro ha definito problematica la situazione del confine con l’Irlanda del Nord, così come la definizione dei pagamenti dovuti da Londra a Bruxelles. Come parte dell’accordo, la Gran Bretagna ha accettato di pagare all’Ue fra i 35 e i 39 miliardi di euro nei prossimi decenni. Ma Raab ha specificato che non tutto ciò era un patto vincolante. «Non credo che si possa già presumere che la transazione finanziaria già concordata verrebbe pagata esattamente nella stessa forma o velocità nel caso mancasse un accordo sulla Brexit», ha riferito Raab al parlamento. «Se un accordo non venisse raggiunto, la Gran Bretagna potrebbe scegliere di non versare le somme concordate», ha concluso.
Il governo britannico ha già avviato i preparativiin caso di mancato accordo e la scorsa settimana ha pubblicato il primo di una serie di consigli per le imprese su come prepararsi alla possibilità di una rottura con l’Ue. Martedì scorso, durante il suo viaggio in Africa, la premier britannica Theresa May aveva indicato come un’uscita dall’Unione Europea senza intesa potrebbe «non essere una passeggiata nel parco, ma neppure la fine del mondo», ribadendo la sua idea che «nessun accordo è meglio di un cattivo accordo». (riproduzione riservata)
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