di Stefano Manzelli

Spetterà alla polizia municipale rilevare gli incidenti stradali in ambito urbano garantendo servizi ad hoc nell’intero arco delle ventiquattro ore. Partendo dalle città maggiori e con una progressiva estensione a tutti i comuni, previo un accordo quadro con l’Anci, l’Associazione nazionale dei comuni italiani. Lo ha chiarito il ministro dell’interno con l’allegato al decreto sul riordino delle forze di polizia adottato il 15 agosto 2017 (si veda ItaliaOggi del 19 agosto del 2017).

La direttiva sulla razionalizzazione dei presidi di polizia interessa marginalmente la polizia locale, relativamente al tema della sicurezza stradale e dei piani coordinati di controllo del territorio. La questione più rilevante riguarda senz’altro la possibilità di assicurare il servizio di infortunistica stradale nell’arco dell’intera giornata, su tutto il territorio urbano.

Attualmente la polizia municipale rileva già la maggioranza dei sinistri, in tutta Italia. Ma effettivamente sono pochi i comandi che dispongono di un servizio serale e notturno continuativo. La richiesta del Viminale è puntuale e riprende tutte le precedenti indicazioni centrali. Per potenziare il servizio di controllo del territorio da parte degli organi di polizia dello stato «appare infatti necessario che, in una logica di leale collaborazione istituzionale, i corpi e i servizi di polizia locale dei comuni assumano un ruolo preminente nell’espletamento dei servizi di polizia stradale sulla viabilità urbana lungo l’intero arco delle ventiquattro ore».

Il ministero però ammette che la diversificazione delle organizzazioni di polizia municipale e soprattutto la diversa dotazione organica impedisce un’immediata attivazione di questa indicazione. Per questo motivo a parere del Viminale andrà avviato un percorso con l’Anci per stipulare un accordo quadro finalizzato a coinvolgere, in una prima fase, le città metropolitane e i capoluoghi di provincia, dove i vigili sono meglio organizzati e più numerosi. Successivamente spetterà ai singoli comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica e dunque alle prefetture promuovere la progressiva estensione del modello anche agli altri comuni di minori dimensioni, opportunamente organizzati per assicurare il rilievo degli incidenti stradali sul territorio urbano giorno e notte, durante tutto l’arco dell’anno. Una bella sfida, specialmente per quei territori che non hanno ancora mosso un dito nell’ottica della riorganizzazione dei servizi associati.

Circa la realizzazione dei piani coordinati di controllo del territorio la direttiva richiama incidentalmente il contributo delle polizie locali, specificando che i vigili urbani dovranno partecipare al controllo del territorio sulla base delle indicazioni del capo della polizia e dei prefetti. Dunque ora la palla passa all’Anci che dovrà far fronte in qualche modo alle richieste ministeriali. Ma anche alle pressanti indicazioni dei sindaci che chiedono maggior impegno e risorse per il controllo del territorio e per la polizia locale.

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