di Anna Messia
Una ricca offerta, da circa 80 milioni di euro, era stata messa sul piatto qualche mese fa dalla statunitense Liberty Mutual. Gli azionisti di Elba Assicurazioni, compagnia nata nel 2008 e specializzata in polizze cauzioni, hanno però gentilmente declinato l’invito. Almeno per ora i soci preferiscono puntare ancora sulla crescita della società per rimandare l’incasso di almeno un anno. Il fondatore di Elba, Roberto Checconi, che detiene il 25%, noto manager del settore assicurativo ed ex numero uno di Liguria Assicurazioni, ma anche Francesco Micheli (che controlla il 22% tramite la Micheli e Associati), già fondatore di e-Biscom e ora presidente di Genextra che nel suo dna ha da sempre start up si tengono stretta la compagnia.
Del resto, le prime soddisfazioni per l’investimento sono già arrivate visto che il capitale inizialmente investito era stato di appena 7,5 milioni di euro, e nel frattempo sono stati staccati pure un po’ di dividendi. Non c’è nessuna fretta di vendere, insomma, visto che Elba continua tra l’altro a crescere anno dopo anno. La compagnia, che ha raggiunto premi di circa 50 milioni e ha chiuso il 2016 con utili di 6 milioni e soprattutto, ha un profittabilità invidiabile nel settore, con un loss ratio di circa il 26% e un combined ratio del 60%.
Più che a vendere, i soci e i fondatori sembrano ora insomma intenzionati a investire sullo sviluppo. Al punto che Elba Assicurazioni ha di recente chiesto l’autorizzazione all’Ivass, l’autorità di controllo per operare anche nel ramo incendio e infortuni ed estendere così il suo giro d’affari.
Per la verità probabilmente non sarà facile resistere alle tentazioni di offerte allettanti. Tra le compagnie che si erano fatte avanti alla fine dello scorso anno per rilevare il 100% di Elba, oltre a Liberty Mutual, erano circolati anche i nomi di colossi come la francese Axa e gli svizzeri di Zurich. E in questi mesi, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, i contatti con il mercato sono andati avanti e sarebbero spuntate altre compagnie pretendenti, pronte addirittura a offrire più di quanto era stato messo sul piatto dagli statunitensi nell’ultima proposta. Discussioni che per ora non hanno però portato a nulla di concreto, vista appunto l’intenzione dei soci della compagnia di mantenere la presa su Elba. Ma si sa che in queste partite non si può mai dire mai. (riproduzione riservata)
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