di Anna Messia
Nell’utile semestrale presentato ieri da Poste Italiane , in crescita del 29,9% a 565 milioni, c’è un importante effetto straordinario. Senza il capital gain di 121 milioni legato alla cessione della quota in Visa Europe (in conseguenza del riassetto internazionale deciso dal gruppo) l’utile sarebbe cresciuto decisamente meno, ossia del 4%. Ma l’amministratore delegato Francesco Caio ieri ha tenuto a ribadire che il gruppo è pronto a mantenere la promessa di distribuire agli azionisti almeno l’80% dell’utile netto (fatta al mercato lo scorso ottobre in occasione della quotazione a Piazza Affari) anche se una parte del risultato dovesse essere di natura non ricorrente.
Del resto Poste Italiane continua a registrare numeri in crescita, sia guardando l’attività bancaria di BancoPosta sia osservando quella assicurativa (Poste Vita). E anche i servizi postali tradizionali, anello debole della catena, iniziano a mostrare gli effetti positivi del rilancio partito con la definizione del nuovo modello di recapito. I ricavi complessivi del gruppo nel semestre sono cresciuti in particolare del 10,9% a 17,68 miliardi. Le giacenze dei conti correnti BancoPosta sono salite del 6,5%, a 48,1 miliardi e il credito alle famiglie si è incrementato del 49%, mentre PostePay Evolution (la carta prepagata che prevede un iban) ha continuato a crescere al ritmo di quasi 1 milione di nuove carte emesse nel semestre.
Il ramo assicurativo Vita ha poi raccolto 10,5 miliardi e sono stati lanciati nuovi prodotti assicurativi Danni che, benché ancora residuali, promettono di farsi spazio nel mercato grazie a un tasso di crescita del 59%. Mentre sul fronte dei servizi postali, che registrano ricavi in calo del 2,5%, la caduta sta rallentando e il settore pacchi ha ripreso a crescere, con un incremento dei volumi del 13,9%. «Su queste basi solide proseguiremo nell’attuazione dei piani anche nella seconda metà del 2016», hanno dichiarato ieri da Poste Italiane , ribadendo che è confermata la politica dei dividendi e specificando che anche un’eventuale ricapitalizzazione di BancoPosta, che dovesse essere richiesta per supportarne la crescita, non intaccherà la cedola. Hanno però aggiunto che, «come negli anni scorsi, il quarto trimestre vedrà accantonamenti per i costi di trasformazione».
Il riferimento è in particolare ai programmi di prepensionamento volontario cui hanno già aderito 3.900 persone, di cui 2.500 in uscita nel corso del secondo semestre 2016.
Il gruppo intanto scalda i motori in vista della seconda tranche di privatizzazione da parte del Tesoro, che prevede la cessione di un altro 30% di Poste Italiane . L’appuntamento è per l’autunno, come ribadito ieri dalla società, mentre nei prossimi giorni sarà chiara l’entità dell’investimento di Poste Vita in Atlante 2. «Il closing è previsto per l’8 agosto e valuteremo la partecipazione in base anche ai criteri di investimento, ma il contributo di Poste Vita sarà probabilmente per un importo minore rispetto a quello per Atlante, dove la compagnia ha investito 260 milioni», ha detto Caio. (riproduzione riservata)
Fonte: