La compagnia specializzata Beazley ha pubblicato i primi risultati del suo studio mondiale Beazley Breach Insights per il primo semestre 2016, che si basa su 955 casi di violazione dei (contro 611 del I semestre 2015).
Tra questi, il numero di attacchi di pirateria informatica è preoccupante, rappresentado il 31% del totale, considerando che – se la tendenza si conferma anche nel II semestre – il numero di attacchi per ransomware (un tipo di malware che limita l’accesso del dispositivo che infetta, richiedendo un riscatto da pagare per rimuovere la limitazione) è di oltre due volte maggiore rispetto allo scorso anno.
Anche l’Europol è preoccupata e ha lanciato lo scorso 25 luglio un sito internet, No more ransom, che informa sui rischi di questi attacchi, proponendo consigli per recuperare i dati senza dover pagare i criminali cyber.
Particolarmente colpito pare essere il settore sanitario. Le violazioni sotto forma di divulgazioni non intenzionali rappresentano il 42% dei casi del settore, in forte crescita rispetto al 30 % del 2015.
Ma anche le istituzioni finanziarie sono fortemente vulnerabili: nel 2015 la pirateria informatica e gli attacchi di malaware hanno costituito il 27% delle 128 violazioni di dati degli istituti finanziari considerati da Beazley. Nel I semestre 2016, questa percentuale sale al 43 % dei 139 casi.