Il Montepaschi ha archiviato il primo semestre con un utile netto di 193,6 milioni, in netta controtendenza rispetto allo stesso periodo del 2014 che si era chiuso con una perdita di 353 mln. Il margine di interesse è ammontato a 1,172 miliardi, in crescita del 4,7%, e le commissioni nette sono salite del 6,4% a 927 milioni. Il Cet1 Ratio Transitional proforma, inclusivo dell’aumento di capitale, si è attestato all’11,3%. Il patrimonio netto era pari a circa 9,4 miliardi, con una crescita di circa 3 mld rispetto al primo trimestre, dovuta all’aumento di capitale da 3,5 mld.
«Con il livello di capitale siamo oltre i livelli richiesti dalla Bce», ha commentato l’amministratore delegato Fabrizio Viola, «in linea per raggiungere il livello del 12% previsto a fine 2018». Viola ha aggiunto che l’istituto adesso «è in buona forma».
Intanto Banca Mps sta portando avanti il programma di vendita dei non performing loans (Npl): nel secondo semestre ne venderà per un altro miliardo di euro. In giugno è stata completata la cessione di 1,3 miliardi di euro di sofferenze lorde. Infine, è stata convocata l’assemblea ordinaria degli azionisti per il 15 settembre: all’ordine del giorno la nomina di un nuovo amministratore e la scelta del nuovo presidente. Il 24 luglio Alessandro Profumo aveva rassegnato le dimissioni, che sono effettive a partire proprio da ieri.
In borsa il titolo Mps ha guadagnato l’1,06% a 1,811 euro. I conti trimestrali, tuttavia, sono stati resi noti dopo la chiusura delle contrattazioni.
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