di Anna Messia
Non si è trattato di una vendita dello 0,7% della azioni Generali, come poteva sembrare leggendo ieri le comunicazioni arrivate da Consob che annunciava la discesa del gruppo De Agostini dal 2,433% all’1,716% della compagnia di Trieste. O meglio, quelle azioni dello 0,7% di Generali, uscite dal gruppo di Novara, sono oggi direttamente in mano ai rappresentanti dei quattro gruppi delle famiglie Boroli-Drago che detengono la partecipazione diretta in De Agostini Spa.
Nessuna cessione sul mercato, quindi, dovuta alle performance del titolo Generali, ma un semplice passaggio di azioni del Leone per un riassetto interno in casa De Agostini. Il 31 luglio scorso è stato infatti perfezionato l’acquisto, attraverso DeA Partecipazioni Spa, società controllata al 100% da De Agostini spa, del 9,47% della stessa De Agostini spa. Una quota che era detenuta dai quattro gruppi delle famiglie Boroli-Drago che in cambio della cessione hanno ottenuto lo 0,7% di Generali . A questo punto il 2,4% di Generali è distribuito tra DeA Partecipazioni spa (che detiene l’1,293%), B&D Finance (0,423%) e i quattro gruppi di famiglie Boroli-Drago (0,717%) che hanno così aumentato la liquidità di parte del loro portafoglio e che, a questo punto, potranno disporre liberamente dell’investimento nel Leone. Intanto c’è da segnalare che anche il vicepresidente della compagnia ha recentemente fatto trading suGenerali.
Francesco Gaetano Caltagirone, azionista con il 2,6%, il 4 agosto scorso ha venduto infatti stock option di Generali, put e call, per un controvalore complessivo di 980 mila euro. Caltagirone ha ceduto, in particolare, 1 milione di stock option put american style della compagnia triestina al prezzo unitario di 0,53 euro per 530 mila euro, oltre a 1 milione di opzioni call american style a 0,45 euro l’una per un totale di 450 mila euro. Il sottostante è in entrambi i casi 1 milione di azioni, con un prezzo di esercizio di 17,5 euro per le opzioni put (vendita) e di 18 euro per le call (acquisto), con un controvalore quindi rispettivamente di 17,5 milioni e 18 milioni di euro. La scadenza è il 16 ottobre per entrambi gli strumenti, anche se l’opzione american style può essere esercitata in qualsiasi momento prima della scadenza. (riproduzione riservata)