di Paola Valentini
Dopo aver messo nel mirino i bonus di 80 euro del governo Renzi, la Cgia Mestre sposta l’attenzione sulle tasse patrimoniali che quest’anno pagheranno i contribuenti italiani. E che sono destinate ad aumentare perché sugli immobili nel 2014 si dovrà pagare la nuova Tasi, i cui bollettini di molti Comuni arriveranno a casa dei cittadini nelle prossime settimane avendo il governo fatto slittare la prima rata a settembre. Mentre nel 2013 c’era l’Imu, che per le prime case era in versione mini ed è stata versata a inizio 2014. Secondo i calcoli della Cgia, il gettito per le casse dello Stato delle imposte patrimoniali pagate dagli italiani lo scorso anno è stato di 41,5 miliardi. «Purtroppo la situazione per l’anno in corso è destinata a peggiorare ulteriormente», commenta il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi. Con l’introduzione della Tasi nel 2014 ritorneremo a pagare quanto abbiamo versato nel 2012: attorno a 44 miliardi. Si pensi che dal 1990 il gettito è addirittura quintuplicato. Gli obblighi fiscali più onerosi sono l’Imu, l’imposta di bollo, il bollo auto e l’imposta di registro: i versamenti di queste quattro imposte incidono sul gettito totale per oltre l’89%». Le imposte patrimoniali sono quelle che di fatto gravano sulla ricchezza posseduta dalle persone in un determinato momento. La ricchezza è intesa in senso ampio e comprende i beni immobili (case, terreni), i beni mobili (automobili, moto, aerei, imbarcazioni), gli investimenti finanziari. La Cgia Mestre ha calcolato l’ammontare e il peso sul pil delle imposte patrimoniali in Italia dal 1990 a 2013. Si è passati dagli 8,2 miliardi di euro, pari all’1,2% del pil del 1990, al 2,1% del pil (25 miliardi) del 2000, fino ai 41,5 miliardi del 2013, pari al 2,7% del pil. In particolare, c’è stato un forte aumento delle tasse dal 2011 al 2012, in coincidenza con il governo Monti che ha introdotto l’Imu, ha inasprito l’imposta di bollo sulle attività finanziarie, colpendo anche i beni di lusso con diverse forme di prelievo che riguardano le auto di grossa cilindrata, le barche e gli aerei. Secondo l’analisi, nel 2012 l’imposizione patrimoniale è cresciuta rispetto al 2011 di 13,9 miliardi, mettendo a segno un balzo di oltre il 46% passando da 30,1 a 44 miliardi, pari rispettivamente all’1,9 e al 2,8% del prodotto interno lordo italiano. Mentre nel 2013 si è avuta una temporanea flessione dovuta all’abolizione del prelievo Imu sulle abitazioni principali. In termini di gettito l’imposta più pesante per le tasche degli italiani è l’Imu: nel 2013 ha garantito alle casse dello Stato e dei Comuni ben 20,2 miliardi di euro. Seguono l’imposta di bollo (6,6 miliardi di euro), il bollo auto (5,9 miliardi di euro) e l’imposta di registro (4,3 miliardi di euro). (riproduzione riservata)