18 anni: la maggiore età, i primi viaggi da soli, il diritto al voto, ma soprattutto la tanto attesa patente di guida! Il conseguimento della patente, è uno di quegli appuntamenti che tutti i ragazzi sognano e aspettano con ansia, ma è anche il primo vero test che la vita ci impone. A questo proposito vista l’importanza dell’esame, il Centro Studi e Documentazione Direct Line ha voluto indagare a livello internazionale sulla tendenza dei genitori a testare in prima persona le capacità di guida dei figli con lezioni di guida aggiuntive rispetto a quelle delle auto scuole.
La scuola guida di mamma e papà è infatti un grande classico ad ogni latitudine del mondo, per questo Direct Line ha chiesto ai genitori italiani e inglesi se, perché e in che misura sottopongono i propri figli aspiranti autisti o neo-patentati a sessioni di guida extra prima o dopo l’esame pratico.
I genitori automobilisti del Bel Paese sono più interessati alla fase di preparazione alla prova ufficiale: il 76% dei genitori italiani dichiara infatti di aver dedicato ai propri figli lezioni pratiche in vista dell’esame. A risultare decisamente più inclini alle lezioni post conseguimento della licenza di guida sono gli inglesi: il 68% degli intervistati afferma infatti di imporle ai propri figli con lo scopo di testarne con mano la preparazione. Quindi ben il 56% in più rispetto ai genitori italiani (12 %).
Analizzando i dati per genere, non sorprende che in Italia i più preoccupati di formare al meglio la nuova generazione di autisti siano proprio i papà che con il 63% si aggiudicano il premio di genitori più orientati a questo tipo di insegnamento. Meno avvezze invece le mamme, che con il 46% raggiungono comunque una buona percentuale.
Italiani meno apprensivi, o forse no. Se le lezioni di guida post esame sono una priorità tutta inglese, gli italiani sembrano trovare il proprio modo di assicurarsi delle capacità di guida della prole presenziando durante i primi viaggi ufficiali: il 54% degli automobilisti italiani, contro il 20% degli inglesi, ha infatti ammesso di aver voluto essere presente durante i primi spostamenti in auto dei propri figli. Nello specifico, il 29% ha voluto sedere al posto passeggero durante il primo viaggio serale, mentre il 25% nei primi approcci con tangenziali e autostrade.
Il raggiungimento della libertà è senza dubbio uno dei principali obiettivi che ogni 18enne associa al conseguimento della patente, ma a quanto pare non è esattamente così, in Italia soprattutto. Mentre solo il 29% dei genitori inglesi impone regole di utilizzo dell’auto, in Italia questa pratica è molto più diffusa: è ben l’85% del campione intervistato a porre un preciso regolamento. Ecco la Top 5 delle “regole del neo-patentato” italiano:
Le regole dei genitori italiani per i figli neo-patentati | |
Utilizzare il cartello “P” | |
Non essere il guidatore designato | |
Rispettare il coprifuoco di uso dell’auto | |
Rispettare il limite di passeggeri | |
Non utilizzare le autostrade |
Fonte tabella: Ricerca DuepuntoZero/Doxa per Direct Line. Elaborazione Direct Line.
Al primo posto troviamo l’utilizzo del cartello “P”, imposto dal 27% dei genitori, a seguire con il 19% il divieto di essere l’autista designato per le serate fuori con gli amici. Il 16% degli italiani è solito istituire un coprifuoco per l’utilizzo dell’auto, mentre il 13% pone un numero massimo di passeggeri trasportabili. C’è anche chi vieta tassativamente l’utilizzo delle autostrade (10%).
Regole e restrizioni sembrano essere giustificati da un senso di preoccupazione legato soprattutto ad alcune situazioni: i pericoli della guida durante le ore serali e notturne sono infatti in cima alla lista delle preoccupazioni del 34% dei genitori italiani, poco distanti le insidie dei lunghi viaggi (33%) e la fruizione di strade particolarmente trafficate (25%). Meno temuti invece i viaggi in autostrada (8%).