di Anna Messia
Questa volta il rifinanziamento delle banche da parte della Bce, in arrivo a settembre, avverrà a patto che gli istituti utilizzino la liquidità per fare prestiti a imprese e famiglie; e ora più che mai le società di factoring chiedono di accedere agli strumenti agevolativi che l’istituto guidato da Mario Draghi si appresta a mettere in campo. «Perché proprio le società di factoring, insieme al settore del leasing, ha continuato a erogare finanziamenti alle imprese in periodi di stretta creditizia del sistema bancario», osserva Alessandro Carretta, segretario generale di Assifact. «Tenerle fuori da questa nuova iniziativa, il cui obiettivo esplicito è proprio il finanziamento alle imprese, sarebbe sbagliato perché si rischierebbe di non avere gli effetti benefici attesi sul sistema economico».
Del resto nel bollettino economico dello scorso luglio è stata proprio la Bce a rilevare come il factoring e il leasing rappresentino una fonte di finanziamento importante, in particolare per le pmi con una quota di circa il 20% del totale. Resta però da risolvere un ostacolo normativo che sembra insormontabile, visto che la Banca Centrale Europea ha rapporti esclusivamente con le banche, e non con le società finanziarie non bancarie, come sono appunto le imprese di factoring o di leasing. «Si potrebbe però ragionare su interventi della banche nazionali, ovviamente coordinati con la Bce», suggerisce Carretta, prendendo magari a esempio quanto avvenuto con la Banca d’Inghilterra, che quando si è resa conto che gli strumenti di rifinanziamento concessi alle banche avevano fatto aumentare ben poco i prestiti alle imprese, ha deciso di allargare il raggio d’azione agli intermediari finanziari non bancari. «Nel caso inglese è stato previsto che la banca che non fosse stata disponibile a finanziaria direttamente le imprese con la liquidità ottenuta dal rifinanziamento dell’istituto centrale avrebbe potuto chiamare in gioco una società di leasing o di factoring». Lavoro di squadra che potrebbe essere facilitato dal fatto che la gran parte delle società di leasing e factoring sono controllate da istituti bancari. «Bisognerebbe aprire il prima possibile il dibattito per trovare la soluzione per coinvolgere anche il leasing e il factoring nel nuovo T-Ltro», conclude Carretta, «con l’Italia che potrebbe farsi portavoce del problema visto che nel nostro Paese le società finanziarie sono vigilate dalla Banca d’Italia con una sistema di controlli molto simile a quello bancario». Intanto il mondo del factoring ha incassato in questi giorni una vittoria attesa da mesi: il nuovo regolamento sulle norme antiriciclaggio, diffuso in pubblica consultazione da Via Nazionale, esclude dagli obblighi di informativa il debitore ceduto. «Senza questa correzione il settore del factoring rischiava la paralisi», conclude Carretta. (riproduzione riservata)