di Marcello Bussi 

Il presidente del colosso assicurativo Zurich, Josef Ackermann, si è dimesso tre giorni dopo la morte del direttore finanziario Pierre Wauthier, un «probabile suicidio», come l’ha definito la polizia svizzera. Ackermann ha annunciato le dimissioni con una nota dal contenuto inquietante: «Ho ragione di credere», ha scritto il manager, «che la famiglia sia dell’opinione che debba prendermi la mia parte di responsabilità, per quanto infondata possa essere qualsiasi accusa».

Zurich ha convocato per oggi una conference call, dove l’amministratore delegato, Martin Senn, e il presidente ad interim, Tom De Swaan, discuteranno «i recenti sviluppi». Mentre la moglie di Wauthier per ora non ha rilasciato dichiarazioni. Ma alla Reuters un ex collega di Wauthier, che vuole restare anonimo, ha detto che «Pierre era sotto forte pressione dall’alto a causa del valore delle azioni, era un segreto di pulcinella». Da due trimestri consecutivi gli utili del colosso assicurativo sono in calo e in cinque giorni il titolo ha perso il 6%. Ackermann è stato nominato presidente di Zurich un anno e mezzo fa per modernizzare la compagnia assicurativa. Quello che ha fatto nei dieci anni in cui ha guidato Deutsche Bank, trasformandola in una delle più grandi banche d’investimento del mondo. Qualcuno sostiene che l’abbia americanizzata troppo, nel senso della spregiudicatezza delle operazioni. Quello di Wauthier è il secondo suicidio eccellente avvenuto in Svizzera nelle ultime cinque settimane. Il mese scorso a togliersi la vita era stato il ceo di Swisscom, Carsten Schloter. (riproduzione riservata)