di Anna Messia

L’ultimo responso di cui si attende l’esito a settembre è il verbale dell’ispezione avviata dall’Ivass a inizio anno. L’autorità guidata da Salvatore Rossi ha messo nel mirino le riserve di FonSai e Milano, e ha analizzato da vicino anche gli attivi a copertura delle riserve scelti da Unipol.

Le ispezioni si sono chiuse a giugno scorso e ora non resta che aspettare la lettera di chiusura dell’Authority. Ma dovrebbe essere poco più di un atto formale, senza contraccolpi considerando che l’Ivass ha già indicato al gruppo assicurativo la strada da seguire nei mesi a venire. Nel documento che autorizza la fusione tra FonSai e Unipol, del 25 luglio scorso, l’istituto ha indirizzato alla società una lettera con la quale sono stati richiesti, tra l’altro, interventi in tema di governance, oltre alla definizione di criteri adeguati nella distribuzione degli utili, il rafforzamento di procedure e controlli sui titoli strutturati e, appunto, per le riserve.
 

Intanto il gruppo guidato da Carlo Cimbri, dopo aver incassato il via libera alla fusione, ha accelerato sull’integrazione e il miglioramento dell’efficienza delle società acquisite. A partire dal settore immobiliare dove, secondo quanto si legge nella relazione al bilancio semestrale chiuso con un utile di 202 milioni, è pronta a firmare alleanze con operatori del settore. Dopo una prima analisi, che è servita a identificare gli edifici da cedere e quelli da mettere a reddito, sono partite le cessioni di una decina di immobili, distribuiti tra Torino, Milano e Firenze, che hanno trovato negli inquilini i primi possibili acquirenti. Mentre, per quanto riguarda la vendita non frazionata, Bnp Paribas Real Estate ha siglato un contratto preliminare per l’acquisto di un edificio, di oltre 10 mila metri quadri, situato in viale Boezio 20 a Milano, attualmente dismesso. La struttura ha ospitato fino a pochi mesi fa l’Hotel Fiera Milano della catena Atahotels. La cessione però è subordinata all’autorizzazione da parte del Comune di Milano per il cambio di destinazione d’uso. Per quanto riguarda le ristrutturazioni, la compagnia è invece pronta a stringere alleanze che minimizzino il rischio finanziario e resta quindi in cerca di potenziali partner.

Nel frattempo, però, anche l’Agenzia delle entrate è scesa in campo nell’operazione. Il Fisco ha chiesto a FonSai 25,7 milioni di arretrati relativi alla gestione Ligresti, contestando la deducibilità di parte dei compensi corrisposti nel periodo 2004-2008 alla famiglia Ligresti, Fausto Marchionni, Massimo Pini e Antonio Talarico. Oltre che la deducibilità dei costi della sponsorizzazione effettuata nei confronti della società Laità, quella dei cavalli di Jonella Ligresti. (riproduzione riservata)