di Anna Messia

Generali Assicurazioni si prepara a entrare nel consiglio di amministrazione di Ingosstrakh, la terza compagnia assicurativa russa di cui il gruppo guidato da Mario Greco detiene il 38,5%.

L’assemblea straordinaria, che dovrebbe consentire a Trieste di nominare tre dei nove consiglieri di Ingosstrakh, è già stata convocata per il primo ottobre, quando l’intero cda sarà rinnovato nonostante si sia insediato solo lo scorso maggio. Ma per fare spazio ai rappresentanti Generali, c’era bisogno di rinnovare tutto il board. Un ingresso, quello degli italiani, tutt’altro che scontato. La quota del 38,5% di Ingosstrakh rientra infatti nel quadro degli accordi firmati lo scorso gennaio con il finanziere ceco Petr Kellner per sciogliere la partnership nell’Est Europa e consentire a Generali di assumere il pieno controllo di Gph per 2,5 miliardi in due tranche, la prima già pagata a marzo che ha permesso a Trieste di arrivare al 76% del capitale. Intorno a Ingosstrakh si combatte una guerra da anni, con un duro braccio di ferro tra Kellner (finora unico a mettere bocca su Ingosstrakh perché Generali non aveva diritto di voto nonostante avesse indirettamente il 19%) e dall’altra il magnate russo Oleg Deripaska che detiene la maggioranza della compagnia e ha fatto di tutto per tenere fuori dal cda gli uomini di Kellner.
 

L’ultimo atto della battaglia, che ha visto i due pretendenti prevalere a fasi alterne, si è chiuso ad aprile, con il tribunale di Mosca che ha riconosciuto il diritto di Kellner di nominare appunto tre dei nove membri di Ingosstrakh. Consiglieri che a questo punto saranno sostituiti da rappresentanti Generali e la compagnia di Trieste, che lo scorso giugno ha anche ottenuto il via libera dell’Ivass, l’authority italiana, potrà finalmente iniziare a prendere in mano il dossier russo. Con tutti gli scenari aperti, compresa la possibile cessione della quota se non ci sarà feeling con Deripaska. Del resto il mercato assicurativo del Paese resta complicato, come dimostrano tra l’altro i numeri dell’ultima semestrale appena presentata da Ingosstrakh: benché i premi, nella prima metà del 2013, siano cresciuti del 4% a 40 miliardi di rubli, poco più di 900 milioni di euro, il risultato netto è in forte contrazione. L’utile del semestre è stato di 887 milioni di rubli, circa 20 milioni di euro, in calo del 64% rispetto a giugno 2012 a causa in particolare dell’esplosione dei pagamenti per sinistri nel settore Rc Auto aumentati di oltre il 60% rispetto all’anno prima. Non solo, anche i cechi restano battaglieri. Nonostante siano fuori dal capitale di Ingosstrakh, hanno già fatto sapere che andranno avanti con le cause legali ancora aperte, che riguarderebbero in particolare operazioni effettuate in conflitto d’interessi dalla compagnia russa. Un dossier che resta quindi intricato e a questo punto sarà Greco a decise se continuare a scommettere su Mosca o se è meglio lasciare la presa. (riproduzione riservata)