Il gruppo Cariparma-Crédit Agricole ha chiuso il primo semestre con un utile netto di 85 milioni, in flessione del 9% rispetto allo stesso periodo del 2012, nonostante un beneficio fiscale di 36 milioni. Il risultato, raggiunto in un difficile contesto di mercato e legato prevalentemente a un’attenta politica di copertura dei crediti deteriorati, appare comunque positivo.
L’incidenza delle sofferenze sui crediti netti è pari al 2,2%. Il gruppo Cariparma, che comprende anche Friuladria, Cr Spezia, CA Leasing Italia e CA Agro-Alimentare, si è confermato anche solido dal punto di vista patrimoniale. Il Core Tier 1 si è attestato al 9,3%, in crescita dello 0,2%. Dal punto di vista della liquidità, il gruppo presenta un surplus di 3 miliardi. Per quanto riguarda la raccolta diretta, questa è cresciuta del 2% a 36,5 miliardi. Stabili invece gli impieghi, pari a 34,8 miliardi, anche se cresce del 5% il comparto dei mutui immobiliari alle famiglie.
Complessivamente il gruppo Crédit Agricole Sa, dopo il rosso record del 2012, largamente legato alle perdite sulla Grecia, ha ritrovato risultati «rassicuranti» nel primo semestre 2013, con un utile netto di 1,6 miliardi, quasi triplicato rispetto all’anno scorso. I vertici del gruppo si mostrano inoltre ottimisti per l’insieme dell’esercizio: «I risultati saranno significativamente positivi» a fine anno, ha dichiarato in una nota l’amministratore delegato Jean-Paul Chifflet. Sul fronte della capitalizzazione, a fine giugno Credit Agricole Sa faceva registrare un common equity Tier 1 del 10% e un rapporto di leva al 3,5%. Le riserve di liquidità, a 223 miliardi di euro, «coprono largamente (160%) le risorse di mercato a breve termine».
Per quanto riguarda infine il gruppo Crédit Agricole allargato alle casse di risparmio che ne controllano la maggioranza, il risultato semestrale è stato pari a 2,41 miliardi, con un incremento del 44,2% rispetto ai primi sei mesi del 2012, caratterizzato dalla svalutazione di 427 milioni dei titoli Intesa Sanpaolo. (riproduzione riservata)