di Anna Messia
Il bilancio è destinato a farsi ancora un po’ più pesante ma già oggi il conto che l’Isvap ha presentato alle compagnie di assicurazione è decisamente salato: l’istituto di controllo guidato da Giancarlo Giannini ha irrogato a 13 imprese sanzioni complessive per 14 milioni di euro. Le ultime multe sono state spedite ad Aviva Italia, all’austriaca Uniqa e alla francese Axa, oltre a Zuritel (Zurich), Credit Agricole Assicurazioni, Ubi Assicurazioni e In Chiaro Assicurazioni (joint venture tra Banca Sella e Hdi). Società che si sono aggiunte a un elenco di imprese già multate nel mesi scorsi composto dall’elvetica National Suisse, Dialogo (del gruppo FonSai), Direct line (Royal Bank of Scotland) oltre a Quixa (compagnia diretta del gruppo Axa), Assimoco (partecipata dalle coop) e Linear (Unipol). E nel mirino dell’autorità c’è anche un’altra società, di cui non si conosce ancora il nome, che potrebbe ricevere le contestazioni dopo l’estate. Il motivo delle multe a tappeto? Le compagnie avrebbero praticato nel ramo Rc Auto prezzi talmente alti da prefigurare l’elusione di un obbligo a cui sono tenute per legge, ovvero quello di offrire una copertura assicurativa per la responsabilità civile a qualunque guidatore ne faccia richiesta. Qualche esempio può essere utile a comprendere il fenomeno: per assicurare un automobile con una cilindrata di 1.300 cc appena comprata da un neo patentato diciottenne di Napoli, Aviva Italia avrebbe chiesto un premio di 5.130 euro l’anno. E per lo stesso profilo di assicurato, residente però a Reggio Calabria, Axa Assicurazioni applicava una tariffa di 4.895 euro. Tutto lecito secondo le compagnie, che considerano le zone del sud Italia a più alto rischio sinistri tanto da giustificare i prezzi esorbitanti. Ma non la pensa allo stesso modo l’autorità di controllo che già nel 2009 aveva vinto un contenzioso sullo stesso argomento davanti alla Corte di giustizia europea. Il gruppo Axa appare tra l’altro il più colpito dagli interventi dell’autorità non solo perché nell’elenco ci sono due società del gruppo (Quixa e Axa Assicurazioni), ma anche perché il gruppo francese ha ricevuto sanzioni pari a 3 milioni (un milione per Quixa e 2 milioni per Axa Assicurazioni), mentre tutti gli altri hanno ricevuto multe da un milione. Cosa accadrà a questo punto? Le imprese hanno già fatto ricorso al Tar e se ce ne sarà bisogno di sicuro si appelleranno anche al Consiglio di Stato. Proprio quest’ultimo tribunale tra l’altro, ieri, si è pronunciato su un altro ricorso contro Isvap che riguardava però le interpretazioni del decreto Liberalizzazioni pubblicate ad aprile scorso da Giannini. Il tema, sempre in ambito Rc Auto, è quello della scatola nera, che secondo l’Isvap dovrà essere obbligatoriamente offerta dalle imprese, con l’installazione gratuita sull’automobile e con uno sconto rispetto alla polizza tradizionale. E poi c’è la questione dello sconto tariffario che secondo Isvap dovrà essere garantito l’anno successivo al cliente che non provoca sinistri. Un’interpretazione della legge che le imprese considerano illegittima, ma il Consiglio di Stato ha dichiarato che la circolare dell’Istituto è solo interpretativa e come tale non è vincolante per le imprese. Manca il periculum in mora, si legge nella sentenza. Vale a dire che le imprese non essendo obbligate non hanno alcun danno immediato e irreparabile dalla circolare. (riproduzione riservata)