di Andrea Di Biase
Salvatore Ligresti, il grande accusatore dell’ad di Mediobanca, Alberto Nagel, ieri era al Tanka Village a godersi il sole e il mare della Sardegna, servito e riverito da uno stuolo di camerieri, come se fosse ancora il padrone del villaggio-resort fiore all’occhiello di Atahotels, la catena alberghiera fino a pochi mesi fa gestita da suo figlio Paolo, venduta nel 2008 da Sinergia al gruppo Fondiaria- Sai per 25 milioni e da allora cronicamente in perdita (tanto da essere ricapitalizzata nel tempo per 78,8 milioni). Nel frattempo Fondiaria-Sai è finita sotto il controllo di Unipol, che dal 20 luglio scorso è diventato il principale azionista di Premafin con l’81%, e l’operazione di cessione di Atahotels dalle società della famiglia Ligresti al gruppo assicurativo, merito anche dell’esposto del fondo Amber al collegio sindacale, è finita sotto la lente della Procura di Torino, che proprio ieri ha notificato ad alcuni amministratori ed ex amministratori della società un avviso di garanzia per falso in bilancio nel periodo 2008-2011 e ostacolo all’autorità di vigilanza per il medesimo periodo. A rendere nota la mossa della Procura di Torino, che da alcuni mesi aveva aperto un fasciolo relativo ai reati contestati, è stata la stessa Fondiaria-Sai, precisando che i fatti contestati si riferirebbero alle vicende emerse in seguito alla denunce al collegio del fondo Amber sulle operazioni tra il gruppo assicurativo e la famiglia Ligresti e a quella di Finleonardo sul tema delle riserve tecniche. Operazioni che hanno condotto all’emersione delle ingenti perdite nel bilancio 2011 e alla conseguente necessità di finire oggetto di salvataggio da parte di Unipol. La società, che è anche stata oggetto di un provvedimento di perquisizione e sequestro, non ha reso noti i nomi dei soggetti indagati. Sembra essere indubbio che, a differenza di quanto sta accadendo a Milano, dove il pm Luigi Orsi, almeno in questa fase, si sarebbe prevalentemente concentrato sulla trattativa che ha portato all’ingresso di Unipol nel capitale di Premafin e in particolare sul ruolo di Mediobanca, i suoi colleghi torinesi hanno messo nel mirino i reali responsabili del dissesto del gruppo assicurativo. Molti dei quali potrebbero essere oggetto anche di azioni di responsabilità da parte dei soci delle stesse Fondiaria-Sai e Milano Assicurazioni. Ieri il cda di quest’ultima, oltre ad approvare la semestrale, chiusa con utile di 3,1 milioni e un solvency ratio del 130% (considerando anche l’effetto del decreto anti-crisi del 18 luglio), ha infatti deciso, sulla falsariga di quanto fatto da FonSai, di convocare l’assemblea per promuovere l’azione di responsabilità nei confronti di quei soggetti che avrebbero danneggiato la compagnia nell’ambito delle operazioni segnalate dal collegio sindacale. La relazione ai soci sarà predisposta dal comitato degli amministratori indipendenti con il supporto degli advisors legali gli avvocati Guido Alpa e Carlo Pedersoli. FonSai ha invece chiuso il semestre con un utile consolidato di 24,9 milioni, su cui ha pesato per circa 76 milioni il fallimento di Sinergia e Im.Co. Altri 42 milioni sono stati assorbiti dagli effetti del terremoto in Emilia Romagna e circa 80 milioni sono andati a rafforzare ulteriormente le riserve. Al 30 giugno 2012, prima dell’aumento da 1,1 miliardi, il margine di solvibilità si collocava all’88,5% contro il 78,2% di fine 2011. Il cda di FonSai ha convocato inoltre per il 31 ottobre l’assemblea per il rinnovo degli organi sociali, alla luce del passaggio del controllo indiretto del gruppo a Unipol. In quella data l’assemblea di FonSai, originariamente convocata per il 25 settembre, dovrebbe anche discutere ed eventualmente approvare l’azione di responsabilità. L’accorpamento delle due assemblee dovrà comunque essere concordato con l’Isvap, che aveva chiesto di procedere nei confronti dei responsabili. (riproduzione riservata)