Ci sono anche Giulia e Paolo Ligresti nella lista dei candidati a fare parte del Cda di Premafin.
I due figli di Salvatore Ligresti, che controllano complessivamente il 3,947% del capitale dell’ormai ex holding di famiglia tramite le finanziarie Limbo Invest e Canoe Securities, hanno infatti presentato una lista di 13 candidati al Board, indicando per sé la decima (Gioachino Paolo) e l’undicesima (Giulia Maria) posizione. Alle minoranze spetterà tuttavia un solo posto nell’organo di controllo, motivo per cui la posizione dovrebbe essere ricoperta dal capolista Luigi Reale. Quest’ultimo, fino all’ultimo si era schierato dalla parte dell’ex Presidente di Premafin, Giulia Ligresti nei giorni nevralgici del riassetto, quando dopo mesi di battaglie senza esclusione di colpi Unipol era riuscita a prendere il controllo di Fonsaie di Milano Ass.
A sorpresa, Hike Securities, finanziaria attraverso cui la primogenita di Salvatore Ligresti, Jonella, controlla un’ulteriore quota del 2% circa nel capitale di Premafin, non compare tra i promotori della lista.
Per quanto riguarda infine la lista presentata da Unipol (80,928% del capitale), confermate le indiscrezioni della vigilia, con Pierluigi Stefanini capolista e Carlo Cimbri in terza posizione.

La famiglia Ligresti è “a dir poco delusa” del comportamento tenuto dalle banche finanziatrici e “su come è stata impostata e gestita tutta l’operazione” che ha portato alla fusione di Unipol con Premafin e le sue controllate, Milano Ass. e Fonsai.
Lo ha affermato il Presidente dimissionario di Premafin, Giulia Ligresti, a margine dell’assemblea straordinaria dell’ormai ex holding di famiglia che non ha potuto costituirsi per mancanza del quorum necessario. L’assemblea, richiesta dal custode giudiziario Alessandro Dalla Cha’, avrebbe dovuto esprimersi nuovamente sull’aumento di capitale riservato a Unipol. Nel frattempo, tuttavia, il closing del matrimonio tra i due gruppi è stato sancito e Unipol, come nuovo azionista di maggioranza, aveva fatto sapere che non si sarebbe presentata all’assemblea. Facendo di fatto mancare il numero legare per poterla costituire.