Il disastro ambientale nel Golfo del Messico, avvenuto nel 2010, procurato dalle fuoruscite del pozzo di estrazione della British Petroleum, è rimasto memorabile per l’entità dei danni procurati e dei risarcimenti richiesti. E soprattutto per il fatto che il colosso petrolifero britannico non aveva provveduto ad assicurarsi, preferendo – in previsione di incidenti – accantonare un apparentemente congruo capitale.
Dopo il disastro si comprese subito che il conto da pagare per far fronte ai risarcimenti era abnorme rispetto a quanto accantonato.
La British Petroleum ha dovuto così mettere in atto un piano di cessioni di attività e di proprie raffinerie per arrivare a ricavarne, complessivamente, 38 milioni di dollari.
Proprio in questi giorni – con la cessione di una raffineria in California e di altre attività alla Tesoro Corporation – il valore delle cessioni ha finora toccato i 26,5 miliardi.