Generali ha chiuso il primo semestre 2012 con un utile netto pari a 842 mln euro (+45% a/a) mentre il risultato operativo complessivo è di 2.343 mln (-0,1%). Dati che secondo gli esperti sono sopra le attese.
Per quanto riguarda gli altri numeri, i premi lordi totali del semestre si attestano a 35,6 mld (+2,2% a/a), il Solvency I al 30 giugno sale al 130% (117% a fine 2011), il combined ratio al 97,1% (96,5% 1* sem 11), mentre i premi danni si attestano a 12,4 mld (+5,2% a/a). Dalle slide di presentazione dei dati emerge che l’eposizione di Generali ai titoli del debito italiano ammontavano, allo scorso 30 giugno, a 53,6 miliardi di euro. Le Generali hanno inoltre allocato 10,6 miliardi sui bund tedeschi e 21,6 miliardi sugli oat francesi. Per quanto riguarda poi i Paesi periferici europei, 5,4 miliardi sono stati investiti in bonos spagnoli, 1,5 mld su titoli irlandesi e 1,3 su emissioni statali portoghesi. Complessivamente, il Leone triestino ha investito in titoli di Stato 124,5 miliardi di euro, che corrispondono al 48,9% del portafoglio obbligazionario complessivo. Di questi, 39,1 miliardi sono investiti in titoli AAA, 16,3 mld in AA, 57,2 mld in emissioni con rating A e 8,9 mld in titoli di stato accreditati della tripla B. I non investment grade pesano invece per 2,8 mld mentre sui titoli senza rating sono stati investiti 300 milioni.
Il Leone di Trieste, in assenza di ulteriori componenti straordinarie e alla luce dei risultati conseguiti durante il primo semestre, prevede un risultato operativo a fine anno in crescita rispetto al 2011.
“La mia decisione di accettare l’offerta delle Generali è stata difficile ma al tempo stesso anche immediata. Difficile, perché ho dovuto troncare i legami con i miei amici e i colleghi di Zurich soprattutto alla luce dei successi che avevamo ottenuto come team. E’ stata però una decisione presa anche senza indugi, grazie al grande potenziale che e’ insito in un player globale come le Generali”.
Con queste parole si e’ presentato alla comunità finanziaria il nuovo Group Ceo e d.g. Mario Greco, che da mercoledì ha ufficialmente preso le redini del gruppo succedendo a Giovanni Perissinotto. Greco ha anche definito “irresistibile” l’opportunità di riportare il gruppo triestino ad essere leader e di poter tornare quindi a competere con i principali player europei del settore.
Il nuovo Group Ceo ha fatto inoltre sapere che quando i grandi soci lo approcciarono per saggiarne l’eventuale disponibilità a trasferirsi alla guida del Leone, gli fu detto che “la principale priorità era quella di far tornare a crescere la redditività degli azionisti”. Ma a far propendere l’ex numero uno di Zurich per il ‘sì alla proposta della compagnia triestina sono state anche “la solida rete internazionale delle Generali, la cultura internazionale profondamente radicata, l’eccellente qualità del personale nel mondo e la forza di un brand che raggiunge oggi 65 milioni di clienti a livello globale”.
“Sono fiero di essere qui oggi e non vedo l’ora di affrontare le sfide e le opportunità che questo nuovo ruolo comporta”, ha inoltre affermato il top manager partenopeo, aggiungendo che “c’e’ sempre spazio per miglioramenti a livello operativo, finanziario e strategico. Discorso valido in particolar modo proprio per le Generali “.
Nel corso della conference call di presentazione dei conti, ha spiegato che il nuovo piano strategico verrà presentato al mercato “entro pochi mesi. Nelle prossime settimane girerò tantissimo all’interno del gruppo per conoscere il management della compagnia e le eventuali problematicità”, ha detto ancora Greco. Che ha definito “sofferta e difficile”, ma al tempo stesso “sfidante”, la scelta di prendere il timone della principale compagnia assicurativa italiana. “Rappresenta un’occasione irresistibile per riportarla al suo ruolo di leadership”.
Nessun rischio invece di procedere con nuovi aumenti di capitale e le decisioni sulla possibile vendita di Bsi e di alcuni asset immobiliari sono rinviate tra qualche mese, quando nell’ultima parte dell’anno verrà alzato il velo sul Piano.
Qualche cambiamento potrebbe avvenire anche nella composizione di portafoglio, considerando per esempio che l’esposizione delle Generali ai titoli del debito italiano – secondo quanto emerge da alcune slide – ammontavano allo scorso 30 giugno a ben 53,6 miliardi di euro. Questo dato si confronta peraltro con i 37,7 miliardi (dato corretto dalla stessa compagnia, inferiore rispetto ai 39,8 miliardi comunicati in precedenza, ndr) contabilizzati alla fine dell’ultimo esercizio.