Leghissa (Copernico Sim): «I deflussi avranno la meglio anche nei prossimi mesi. E intanto cresce l’avversione al rischio e la sfiducia verso l’Europa»
RACCOLTA NETTA Ancora un mese da dimenticare per l’industria italiana del risparmio gestito. Anche luglio, infatti, si è chiuso con i riscatti che hanno avuto la meglio sulle nuove sottoscrizioni. Stando alla fotografia scattata da Assogestioni, l’associazione delle società di gestione del risparmio, nel mese si sono registrati deflussi per 2,4 miliardi di euro. E il patrimonio complessivo, complice anche l’effetto mercato, è scivolato a 435,7 miliardi dai 441 della rilevazione precedente. Se poi si allarga l’orizzonte temporale, il bilancio è ancora più allarmante. In particolare, da inizio anno sono fuoriusciti dal sistema fondi la bellezza di 12,4 miliardi. E la colpa è tutta dei fondi di diritto italiano. Sì, perché mentre i prodotti esteri (compresi i roundtrip) mostrano nei primi sette mesi dell’anno un bilancio positivo per 4,3 miliardi, i fondi di casa nostra mostrano un saldo negativo per oltre 16 miliardi. Una fuga di capitali verso l’estero che ormai difficilmente si riuscirà a fermare, nonostante la recente riforma fiscale, che ha introdotto il meccanismo di tassazione sul realizzato (abbandonando il maturato) allineando l’Italia al resto d’Europa. Insomma, i deflussi sono destinati a svolgere un ruolo da protagonista anche nei prossimi mesi. Agosto in primis, visto e considerando la pioggia di vendite che in questi ultimi giorni ha inondato non solo Piazza Affari, ma tutte le principali Borse internazionali. Ne è convinto anche Francesco Leghissa dell’ufficio studi di Copernico Sim: «Il trend che abbiamo visto a luglio proseguirà anche nei prossimi mesi. E vedremo una fuga da tutto quello che è percepito come rischioso. Quindi via dagli azionari, dai flessibili e anche dagli hedge. C’è un generale incremento dell’avversione al rischio. E la cosa più preoccupante, che emerge chiara proprio dai dati di raccolta di luglio, è la mancanza di fiducia verso tutta l’Eurozona. Oltre all’azionario, infatti, continua a essere negativa anche la raccolta dell’obbligazionario Europa, con i fondi specializzati sui titoli a breve che fanno segnare da inizio anno deflussi complessivi per circa 7 miliardi. Inoltre, in quest’ultimo mese abbiamo assistito anche a una fuga dalle emissioni corporate di tipo investment grade – continua – Segno di aspettative negative sulla ripresa del Vecchio Continente».
IL BILANCIO DEL MESE. Tornando al bilancio di luglio, il segno meno non ha risparmiato nessuna categoria. La maglia nera spetta ai fondi azionari, che hanno registrato deflussi per 747 milioni di euro (quasi il doppio rispetto ai 473 milioni bruciati il mese precedente). Il patrimonio, invece, si è attestato poco sopra i 100 miliardi, in rappresentanza del 23% dell’industria complessiva. Male anche i fondi di Liquidità (-739 milioni il dato di raccolta per masse complessive pari a 53 miliardi) e i prodotti Flessibili (-412 milioni per un patrimonio che si è attestato a 69,15 miliardi). Ammontano a 122 milioni di euro, invece, i riscatti registrati dai fondi Obbligazionari, il cui patrimonio, equivalente al 42% degli asset complessivi, vale oggi 181 miliardi di euro. Al momento della rilevazione di Assogestioni, inoltre, i prodotti Bilanciati facevano segnare riscatti per 177 milioni e un patrimonio di circa 21 miliardi di euro, equivalenti al 5% degli asset impiegati in fondi comuni d’investimento. E il rosso ha prevalso anche sui fondi hedge, che hanno registrano flussi in uscita per 241 milioni. Così, le masse complessive dell’industria alternativa si sono contratte ulteriormente scivolando sotto la barriera degli 11 miliardi. e detengono asset per 11 miliardi di euro, il 2,5% del patrimonio complessivo. Infine, guardando le tipologie giuridiche dei fondi, i prodotti di diritto estero hanno fatto un ulteriore passo in avanti arrivando a rappresentare il 60% dell’industria, con un patrimonio complessivo di 261 miliardi