Arriva una stretta su società di comodo e abuso di diritto

 di Stefano Sansonetti e Cristina Bartelli  

Alla fine il contributo di solidarietà è stato cancellato. Avversato sin da subito dal presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, il prelievo che avrebbe dovuto colpire i reddito sopra i 90 mila (5%) e i 150 mila euro (10%), scompare dal testo della manovra di Ferragosto. Rimarrà, a quanto pare, solo per i parlamentari.

 

Il gettito che avrebbe garantito dal 2012 al 2014, ovvero 3,8 miliardi di euro, verrà da altre misure. Qui la soluzione trovata dal ministro dell’economia, Giulio Tremonti, con l’assenso delle altre anime della maggioranza, consiste in nuove misure antievasione e antielusione. In più sarà prevista una consistente riduzione delle agevolazioni fiscali oggi previste per le cooperative. Tutte le novità saranno affidate ad alcuni emendamenti ad hoc.

Per quanto riguarda l’azione di contrasto all’evasione fiscale, il comunicato diffuso ieri da palazzo Chigi parla di «nuove misure fiscali finalizzate a eliminare l’abuso di intestazioni e interposizioni patrimoniali elusive». Secondo quanto hanno fatto filtrare alcuni fonti governative, l’intervento dovrebbe colpire soprattutto le società di comodo e le fattispecie di abuso di diritto. L’intervento sulle società di comodo, veicoli spesso usati come schermo tra beni di lusso e contribuente, potrebbe consistere in uno scioglimento agevolato: come già avvenuto in passato (finanziaria 2007), si potrebbe concedere a queste strutture una finestra temporale entro cui operare la scelta. In estrema sintesi lo scioglimento agevolato poggerebbe su un’imposta sostitutiva da pagare sul valore dei beni detenuti dalla società stessa.

Altro versante, a quanto si apprende, è quello dell’abuso di diritto. In questo caso si tratta di una figura che negli ultimi anni è stata delineata dalla giurisprudenza della Corte di cassazione, con tutta una serie di sentenze. In sostanza si ha abuso di diritto quando una società sfrutta lecitamente un’operazione, che però si rivela diretta unicamente a non pagare le tasse. Quanto vale, in termini di evasione, questa particolare categoria? Difficile dirlo. Le stime ufficiali, che sono dell’Agenzia delle entrate e della Guardia di finanza, parlano di un «giro d’affari» dell’abuso di diritto non troppo consistente. Pochi casi, in pratica, su tutti quelli con cui si confrontano gli avamposti dell’amministrazione finanziaria nella lotta all’evasione fiscale. In realtà, come dimostrato da un’inchiesta di ItaliaOggi sui contenziosi fiscali in atto con le maggiori società di Piazza Affari (vedi numero del 16 aprile del 2011), il valore delle contestazioni mosse dal Fisco, soprattutto alle banche, supera i 2 miliardi di euro. E parliamo solo di una fetta, seppur di peso, dei contribuenti potenzialmente coinvolti nella situazione. Una soluzione potrebbe essere rappresentata proprio dall’introduzione di una normativa più precisa, che permetta di ritagliare meglio il perimetro dell’abuso di diritto, magari realizzando un equo contemperamento degli interessi di Fisco e società.

L’altra fonte di gettito che servirà a sostituire il contributo di solidarietà verrà alimentata dal sostanzioso contenimento delle agevolazioni fiscali previste per le coop. Anche questo passaggio viene appositamente citato dal comunicato di palazzo Chigi, laddove si parla di «riduzione delle misure di vantaggio fiscale alle società cooperative». La normativa attuale prevede un alleggerimento del carico tributario soprattutto per la coop cosiddette a mutualità prevalente. Gli sgravi, in realtà, sono di diversi tipi e variano a seconda dell’attività svolta e di altri criteri. A ogni modo si tratta prevalentemente di sgravi che riguardano l’Ires.