Come per gli anni precedenti, anche per il 2010 l’ISVAP ha elaborato i dati trasmessi dalle imprese per valutare la portata e gli effetti del fenomeno criminoso nel comparto assicurativo. Le informazioni riguardano il portafoglio diretto italiano dei rami Responsabilità civile autoveicoli terrestri, Corpi di veicoli terrestri, Incendio ed elementi naturali e Altri danni ai beni. Per ciascuno di tali rami sono stati elaborati i prospetti che riportano la distribuzione regionale e provinciale dei sinistri, avvenuti nell’esercizio, connessi con reati a danno delle imprese (allegati n. 1, 2, 3 e 4).
Dall’analisi sono esclusi i premi lordi contabilizzati e i sinistri del lavoro diretto svolto all’estero e, nell’ambito dei sinistri, le stime delle riserve per sinistri tardivi (ovvero sinistri non ancora denunciati). Inoltre, per quanto riguarda il solo ramo R.C. autoveicoli terrestri, l’importo relativo ai sinistri non comprende il contributo al Fondo di Garanzia Vittime della Strada.
I sinistri oggetto di rilevazione sono quelli collegati a ipotesi di reato, siano essi denunciati all’autorità giudiziaria ovvero non denunciati per mancanza di prove sufficienti. Per questi ultimi le imprese si sono avvalse di valutazioni effettuate dai collaboratori periferici che operano nello specifico settore della liquidazione sinistri.
Per quanto riguarda la globalità dei rami oggetto di indagine, i dati relativi alla distribuzione regionale e provinciale dei premi contabilizzati nel 2010 e dei sinistri avvenuti in tale anno, sono disponibili sul sito Internet dell’Autorità nell’area “Pubblicazioni e Statistiche”, unitamente ai dati relativi all’esercizio 2009 ricostruiti su basi di confronto omogenee.
Ramo R.C. autoveicoli terrestri
Nel 2010 l’incidenza dei sinistri riconducibili a fenomeni criminosi a danno delle imprese rimane sostanzialmente invariata rispetto all’anno precedente. Infatti, tali sinistri sono stati 69.763 (allegato n. 1), con un’incidenza del 2,30% sulla globalità dei sinistri del ramo (nel 2009 del 2,50%; del 2,55% a termini omogenei rispetto al 2010), per un importo di 298,1 milioni di euro, pari al 2,42% dell’ammontare complessivo dei risarcimenti (nel 2009 al 2,40%; al 2,47% a termini omogenei) ed all’1,77% dei premi del ramo (all’1,86% nel 2009; all’1,91% a termini omogenei).
L’analisi a livello territoriale continua a evidenziare una presenza più marcata del fenomeno in alcune aree dell’Italia meridionale e insulare. Infatti, in Campania si registra che il 9,6% dei sinistri e il 10,2% degli importi dei risarcimenti sono riconducibili a fenomeni criminosi a danno delle imprese (nel 2009 rispettivamente il 9,6% e l’8,7%; a termini omogenei con il 2010 rispettivamente il 10% e il 9,1%), in Puglia il 5,9% dei sinistri e il 6,2% degli importi (nel 2009 rispettivamente il 6,2% e il 5,3%; a termini omogenei rispettivamente il 6,3% e il 5,5%), in Calabria il 4,2% dei sinistri e il 4,5% dei risarcimenti (nel 2009 rispettivamente il 4% e il 3,9%; a termini omogenei il 4,1% sia dei sinistri che degli importi dei risarcimenti), in Sicilia il 2,8% sia dei sinistri che degli importi dei risarcimenti (nel 2009 rispettivamente il 3% e il 2,9%; a termini omogenei rispettivamente il 3,1% e il 3%) e in Basilicata il 2,5% dei sinistri e il 3,6% degli importi dei risarcimenti (nel 2009 rispettivamente il 2,1% e il 2%; a termini omogenei rispettivamente il 2,1% sia del numero dei sinistri che degli importi dei risarcimenti).
Ramo Corpi di veicoli terrestri
I sinistri ricollegabili a reati a danno delle imprese sono stati 8.426 (allegato n. 2), con un’incidenza dello 0,72% sul numero globale dei sinistri del ramo (nel 2009 dello 0,79%; rappresenta l’1,85% del valore dei risarcimenti (nel 2009 il 2,15%; il 2,25% a termini omogenei) e l’1,13% dei premi del ramo in esame (l’1,41% nel 2009; l’1,47% a termini omogenei).
I sinistri a carattere criminoso registrano tassi di incidenza più elevati rispetto alla media nazionale in alcune regioni dell’Italia centrale, meridionale e insulare: Campania con il 4,1% dei sinistri e il 4,5% dei risarcimenti (nel 2009 il 4,3% dei sinistri e il 5,7% dei risarcimenti; a termini omogenei rispettivamente il 4,4% e il 5,9%), Puglia con il 3,7% dei sinistri e il 5,1% degli importi dei risarcimenti (nel 2009 il 4,2% e il 5,2%; a termini omogenei rispettivamente il 4,4% e il 5,4%), Sicilia con l’1,4% dei sinistri e il 2,1% dei risarcimenti (nel 2009 l’1,5% e il 2,2%; a termini omogenei rispettivamente l’1,5% e il 2,3%), Calabria con l’1,2% dei sinistri e il 3,1% degli importi (l’1,5% e il 2,6% nel 2009; a termini omogenei rispettivamente l’1,5% e il 2,7%) e il Lazio con l’1,2% dei sinistri e il 2,2% degli importi (l’1,5% e il 3,5% nel 2009; a termini omogenei l’1,6% e il 3,7%).
Ramo Incendio ed elementi naturali
Nel 2010 i sinistri riconducibili a reati a danno delle imprese sono stati 1.752 (allegato n. 3), con un’incidenza dello 0,62% sulla globalità dei sinistri del ramo (nel 2009 dello 0,49%; stessa incidenza percentuale a termini omogenei con il 2010), per un importo di 31,3 milioni di euro, che rappresenta il 2,45% dell’ammontare complessivo dei risarcimenti (nel 2009 l’1,82%; l’1,86% a termini omogenei) e l’1,35% dei premi del ramo (l’1,37% nel 2009; l’1,41% a termini omogenei).
Per questo ramo l’impatto dei sinistri a carattere criminoso è più accentuato in alcune regioni dell’Italia meridionale e insulare (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna).
Ramo Altri danni ai beni
I sinistri collegabili a reati commessi a danno delle imprese nel 2010 sono stati 3.525 (allegato n. 4), con un’incidenza dello 0,44% sul numero totale dei sinistri del ramo (nel 2009 dello 0,46%; a termini omogenei con il 2010 l’incidenza è dello 0,44%), per un importo pari a 14,1 milioni di euro, che costituisce lo 0,79% dell’ammontare complessivo dei risarcimenti (nel 2009 l’1,27%; l’1,30% a termini omogenei) e lo 0,54% dei premi del ramo (lo 0,89% nel 2009; a termini omogenei lo 0,92%).
Il fenomeno è più accentuato in alcune regioni dell’Italia meridionale (Campania, Puglia, Molise e Basilicata).
Strutture periferiche
Le imprese hanno comunicato di non aver revocato, nel corso del 2010, mandati agenziali a causa di fenomeni collegati ad attività criminose (nel 2009 erano invece stati revocati quattro mandati).