La controllata di Intesa, secondo quanto risulta a F&M, non è più interessata a rilevare la rete. Intanto, oggi si riunisce il nuovo cda di Bni presieduto da Morelli al posto di Testori.
Fideuram non è più interessata a rilevare la rete di Banca Network Investimenti (Bni). Lo ha appreso Finanza & Mercati da fonti finanziarie che hanno spiegato come la controllata dell’asset management di Intesa Sanpaolo, nei giorni scorsi, avrebbe fatto pervenire ai vertici di Bni una missiva in cui si dichiarava non più interessata a rilevare la rete di promotori. Fidueram, interpellata da F&M sulla questione, ha preferito non commentare i rumor. A questo punto, sembra che sul tavolo ci siano altre tre o quattro ipotesi che gli azionisti di Bni – Sopaf in prima linea – starebbero valutando per la cessione dell’asset, senza però che siano state intavolate trattative concrete. Da ricordare che la società di promotori è partecipata per la quota di maggioranza del 50% da Petunia Spa, che a sua volta fa capo ad Aviva Italia Holding e a Sopaf (la famiglia di Giorgio Magnoni detiene direttamente anche un ulteriore 15% di Bni arrivando a un 44% complessivo), mentre un altro 20% è in mano a Banco Popolare e un altro 15% al Gruppo De Agostini.
Viceversa, resterebbe in piedi il piano di riorganizzazione della società che prevede la trasformazione di Bni in una Sim di consulenza, nonché la cessione del business bancario alla Popolare – come detto, già azionista – guidata da Pier Francesco Saviotti. Proprio alla luce di tale piano di riorganizzazione, a inizio giugno, ha preso il via una ispezione della Banca d’Italia, chiamata a dare il proprio consenso al progetto. Al momento, sarebbero ancora in corso alcune verifiche da parte dell’Authority di Palazzo Koch, che, se tutto procederà senza intoppi, dovrebbe esprimersi sulla riorganizzazione tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno.
Intanto, si riunirà proprio oggi il nuovo consiglio di amministrazione di Bni, chiamato a esaminare i dati semestrali e ad avviare la ricapitalizzazione fino a 30 milioni di euro in forma scindibile, richiesta proprio da Bankitalia e approvata la settimana scorsa dai soci riuniti in assemblea. Sempre l’assise degli azionisti della scorsa settimana ha deciso di rinnovare il cda, abbassandone il numero di membri a cinque. Il board risulta ora composto da Bruno Morelli, consigliere espressione di Aviva Italia Holding che da vicepresidente è divenuto presidente sostituendo così il dimissionario Angelo Testori; Maurizio Cozzolini, che proprio nel corso del board odierno dovrebbe essere confermato come amministratore delegato; Alberto Gasparri, nominato consigliere in rappresentanza del Banco Popolare; Renato Cassaro, in quota Sopaf; Massimo Cremona, come espressione della società azionista Petunia.
Non ha, invece, preso parte all’assemblea l’azionista De Agostini che ha un contenzioso aperto con Sopaf riguardante proprio l’uscita dall’azionariato di Bni. Come si apprende dall’ultimo bilancio della società della famiglia Magnoni, infatti, DeA Partecipazioni ha citato in giudizio Sopaf per un presunto «diritto di ristoro nei confronti della società di ammontare pari al corrispettivo da questa pagato per l’acquisto della partecipazione maggiorato degli importi versati da DeA a titolo di aumento di capitale e di riserve, oltre a interessi, sulla base di scrittura privata datata 1 agosto 2007». A fronte di ciò, «uno studio legale di primario livello ha rilasciato a Sopaf un parere legale ove viene evidenziato che tale asserito diritto di DeA è da ritenersi illegittimo e comunque privo di efficacia giuridica». Ebbene, dopo che nei giorni scorsi le parti hanno depositato le ultime memorie, la sentenza definitiva sarebbe ora attesa per la fine dell’anno (nei mesi scorsi era invece stato ipotizzato l’inizio dell’autunno).