La tutela del risparmio rappresenta un obiettivo economico di primaria importanza, rappresentando il vero motore del possibile sviluppo. Ancor più sicuro ha necessità di sentirsi protetto il risparmiatore previdenziale, il cui obiettivo è quello di sostenere il mantenimento del proprio tenore di vita in età senile. Non a caso il risparmio previdenziale gode nel nostro Paese di specifica, doppia, tutela costituzionale (art. 38 e 47 della Costituzione). Il mondo dei nostri fondi pensione ha retto fino ad ora bene in termini di solidità al violento soffiare del vento della crisi. Il margine di esposizione ai titolo tossici è stato davvero marginale, merito di una legislazione come la nostra (ma anche di una vigilanza attenta) improntata a ferree regole di diversificazione del portafoglio. È sicuramente un punto fermo da cui ripartire con maggiore slancio.
Ma c’è anche un ulteriore elemento che va evidenziato, dopo le notizie di casi americani relativi a organismi previdenziali in odore di crack. I nostri fondi pensione sono a contribuzione definita con un patrimonio autonomo e separato e non a prestazione definita in cui già si conosce la futura pensione con garanzia del datore di lavoro. La rete di protezione è poi ampia e tutelante. II nostro sistema di vigilanza attuale in materia previdenziale è costruito su un articolato sistema di garanzie che contempla la supervisione generale del ministero del Lavoro che, di concerto con il ministero dell’Economia, emana le direttive generali in materia di vigilanza. L’autorità di vigilanza è la Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione) il cui scopo è quello di «perseguire la trasparenza e la correttezza dei comportamenti e la sana e prudente gestione delle forme pensionistiche, avendo riguardo alla tutela degli iscritti e dei beneficiari e al buon funzionamento del sistema di previdenza complementare» (in ambito europeo in conseguenza della crisi è stata costituita anche una specifica autorità con perimetro continentale, l’Eiopa, con sede a Francoforte).
Le forme previdenziali collettive (fondi pensione negoziali, fondi pensione aperti ad adesione collettiva, fondi preesistenti) prevedono poi specifici organi sociali con rappresentanza paritetica delle parti sociali con la funzione proprio di tutelare gli iscritti. Infine è importante il ruolo della banca depositaria. Se nel nostro Paese non si sono verificati casi Madoff nella previdenza integrativa, lo si deve anche a questo ruolo poco conosciuto e valorizzato ma invece di fondamentale importanza, il vero custode della cassaforte della pensione di scorta. (riproduzione riservata)