Le due riforme rafforzeranno la solidità di banche e assicurazioni, che però saranno incentivate a spostare i rischi fuori dai libri contabili tramite cartolarizzazioni, riassicurazioni e derivati. Ecco come cambierà il funding
Un sistema finanziario ancora più interconnesso, con un’opaca distribuzione dei rischi verso veicoli fuori bilancio. È quanto potrebbe realizzarsi come conseguenza dell’introduzione contemporanea di Basilea 3 e Solvency 2 (rispettivamente per banche e assicurazioni), secondo quanto rilevato da uno studio del Fondo monetario internazionale.
La solidità di istituti e compagnie sarà rafforzata dalle due riforme, che però produrranno anche alcune conseguenze indesiderate. Il boomerang forse più clamoroso potrebbe essere sulla trasparenza: con Basilea 3 e Solvency 2 la vigilanza sarà rafforzata, ma «i rischi potrebbero essere alla fine trasferiti fuori dai bilanci attraverso l’uso di cartolarizzazioni, riassicurazioni, derivati e attività di shadow banking», hanno osservato gli economisti del Fmi. Per esempio, la cartolarizzazione consente alle banche di liberare dai bilanci asset con scadenza a lungo termine (come i mutui), migliorando così il nuovo indice di liquidità a lungo periodo previsto da Basilea 3 (Nsfr).
Potrebbe però ripetersi un film già visto: già con Basilea 2 il trasferimento dei rischi ha portato al modello «originate to distribute», all’uso dei conduit e alla concentrazione di risorse in aree del sistema finanziario ben poco regolate. «Il maggiore impiego di meccanismi di trasferimento delle esposizioni può portare a un sistema finanziario più interconnesso, con opaca distribuzione dei rischi», ha aggiunto lo studio Fmi. «Poiché sia Basilea 3 che Solvency 2 spingono banche e assicurazioni verso asset meno rischiosi e a brevi scadenze, entità meno regolate potrebbero inoltre evolversi per occupare il vuoto lasciato». Per queste ragioni, secondo gli analisti, «il probabile aumento delle cartolarizzazioni richiede un rafforzamento della trasparenza nei possibili canali di contagio, l’introduzione di misure anticicliche e lo sviluppo delle infrastrutture nei mercati del funding». Ed è proprio la raccolta l’altro grande ambito di novità legato all’introduzione congiunta di Basilea e Solvency, secondo gli economisti Fmi. Le due riforme cambieranno la domanda e l’offerta di titoli, a seconda dei benefici regolamentari in grado di produrre. In particolare, a livello di assorbimento di capitale saranno favorite le obbligazioni governative (quelle europee sono considerate a rischio zero per Solvency) e i covered bond (ovvero titoli garantiti da asset), a discapito delle emissioni corporate e di quelle bancarie non garantite. Istituti e assicurazioni saranno dunque in competizione per accaparrarsi titoli con le stesse caratteristiche; inoltre le banche potrebbero avere più difficoltà a collocare presso le assicurazioni i titoli a più lunga scadenza (voluti da Basilea 3), in particolare se non garantiti da asset.
Dal punto di vista patrimoniale, il rapporto Fmi ha evidenziato che non è ancora possibile definire chi sia più penalizzato tra banche e assicurazioni. In ogni caso, «il costo del capitale sarà maggiore per i due settori a causa dell’introduzione contemporanea delle riforme». Anche in questo ambito ci sarà il rischio che gli investitori escano da entrambi i comparti e siano più attratti da società di investimento fuori dalla supervisione dei regolatori, che alle fine potrebbero risultare come i vincitori (indesiderati) delle novità regolamentari. Tra i perdenti, invece, ci potrebbero essere i clienti finali, su cui scaricare rischi e costi. C’è però spazio per correzioni dell’ultimo minuto rispetto ai testi dei regolatori. I dettagli finali sono in fase di discussione in Europa, che sarà l’unica ad applicare Solvency ed è in anticipo anche su Basilea 3. Anche il Fmi ha sottolineato che la disomogenea applicazione tra aree geografiche è un elemento critico a cui porre rimedio. (riproduzione riservata)