A fine giugno l’esposizione scende a 64,5 mld. Dimezzata quella verso la Grecia. Utili trimestrali a 741 mln, oltre le stime anche per plusvalenze
di Carlotta Scozzari
SEMESTRALI Anche Intesa Sanpaolo, come già fatto da Deutsche Bank e da Unicredit, riduce l’esposizione ai titoli di debito italiano. Mentre si dimezza quella ai bond greci che, in parte, sono stati svalutati. Stando ai numeri al 30 giugno forniti venerdì in occasione della conference call con gli analisti, il dato totale sull’esposizione alle obbligazioni del Tesoro è passato a 64.473 milioni di euro rispetto ai 74.148 milioni del 31 marzo. I 64,5 miliardi al 30 giugno rientrano in un’esposizione complessiva ai bond dei Paesi dell’Unione Europea pari a 75,9 miliardi, mentre i 74,15 all’interno di un portafoglio più ampio, pari a 103,28 miliardi. Il gruppo di Ca’ de Sass si è allineato all’istituto di Piazza Cordusio anche nella decisione di svalutare le obbligazioni greche in portafoglio. L’impatto netto di questa operazione, che ha riguardato i titoli con scadenza entro il 2020, è stato di 17 milioni, con ripercussioni negative sull’utile del secondo trimestre che, tuttavia, attestandosi a 741 milioni, ha battuto il consenso degli analisti (737 milioni il panel Bloomberg). Sempre in base alla presentazione di ieri, l’esposizione totale ai titoli di debito greci è passata dai 1.066 milioni di fine marzo ai 501 milioni al 30 giugno.
I profitti hanno superato le attese anche grazie alle le voci straordinarie di segno positivo – tra cui le plusvalenze nette per la cessione del 4% di Prada e del 25% di Findomestic, rispettivamente di 253 e 128 milioni – che hanno più che controbilanciato quelle di segno meno. Tra queste ultime, oltre all’effetto Grecia, la svalutazione – pure attesa – della quota in Telco, la cassaforte controllante di Telecom Italia, con un impatto negativo netto di 132 milioni.
Intesa Sanpaolo, ha commentato il consigliere delegato Corrado Passera, ha realizzato «risultati solidi e in linea con i target del piano d’impresa». «La performance molto deludente del nostro titolo – ha proseguito Passera – è dovuta a una visione eccessivamente negativa che i mercati hanno del nostro Paese e al fatto di considerare Intesa una proxy dell’Italia. Crediamo davvero al potenziale della nostra banca, per questo vi comunico che sia io sia i miei due direttori generali Marco Morelli e Gaetano Miccichè, abbiamo deciso di mandare un chiaro segnale in tal senso qualche minuto fa dando un ordine di acquisto ciascuno di 500mila euro». Ieri in Borsa le azioni hanno guadagnato il 6,26 per cento