Secondo Kera McDonald, Chief Underwriting Officer di Swiss Re Corporate Solutions, le perdite assicurate a livello mondiale dovute a catastrofi naturali continueranno a crescere a un tasso annuo del 5-7% rispetto al PIL.

Durante il recente dialogo con i media di Swiss Re in occasione della presentazione dell’ultimo rapporto sigma, McDonald ha sottolineato la crescente gravità degli eventi atmosferici, principalmente guidata da pericoli secondari come grandine, incendi e tornado. Questi pericoli secondari rappresentano oggi infatti una quota molto più ampia dei danni globali da calamità naturali rispetto al passato: “Quello che vediamo è che, su base annua, le perdite assicurate che arrivano regolarmente al settore assicurativo oggi sono superiori a 100 miliardi di dollari. E se vogliamo contestualizzare, nel 2017, quando ci sono stati gli uragani Harvey, Irma e Maria, la cifra era ben superiore ai 100 miliardi di dollari, ma nessuno si aspettava che questa sarebbe stata la nuova norma. Da allora, in sei dei sette anni, abbiamo raggiunto o superato i 100 miliardi di dollari. Si tratta di un cambio di passo rispetto a quello che avevamo visto negli anni precedenti”.

Per contestualizzare, in rapporto al PIL, le perdite da catastrofi naturali nel mondo sono raddoppiate negli ultimi 30 anni, ma con un tasso di crescita del 5%-7% raddoppieranno ancora nei prossimi 10 anni, in rapporto al PIL, e questo è un cambiamento molto significativo che i nostri clienti devono affrontare, ha spiegato.

Il settore assicurativo si trova ad affrontare sfide importanti, poiché le perdite dovute a catastrofi naturali crescono più rapidamente del PIL. Questa crescita ha un impatto sull’accessibilità assicurativa e potrebbe portare a maggiori lacune di protezione in molte regioni: “Nel 2023, quasi il 62% delle perdite totali dovute a catastrofi non sarà assicurato. Per ridurre i divari di protezione è necessario ridurre le perdite attese e/o aumentare la copertura assicurativa. La riduzione del potenziale di perdita implica azioni di mitigazione dei cambiamenti climatici, di riduzione delle perdite, di prevenzione e di adattamento per ridurre al minimo l’esposizione e la vulnerabilità ai rischi, sia a livello di società (ad esempio, l’applicazione dei codici edilizi) sia a livello di singoli beni”.