di Francesco Sottile

Servizio Sanitario Nazionale sempre più al centro del dibattito politico di questi giorni. Nel corso della settimana scorsa è infatti divenuto legge il decreto per l’abbattimento delle liste d’attesa, passato alla Camera con 171 voti favorevoli e 122 contrari.

Tantissime le novità previste dal nuovo testo, tutte aventi come minimo comune denominatore lo smaltimento delle tanto fatidiche liste d’attesa che ingessano il S.S.N. e che hanno causato – unitamente ad altri fattori – una spesa out of pocket superiore ai 40 miliardi di euro. Fra gli interventi per ridurre tale criticità:

 

  • la creazione di un CUP unico regionale: in ogni Regione dovrà essere previsto un unico centralino centralizzato dove far convogliare tutte le agende sia delle strutture pubbliche che di quelle private convenzionate, con evidenza di tutti i posti disponibili per ogni singola prestazione sanitaria
  • l’estensione dell’orario e il prolungamento delle fasce orarie giornaliere: sarà previsto l’apertura degli ambulatori 7 giorni su 7 in modo da poter effettuare visite e controlli anche nel weekend
  • un maggiore coinvolgimento del settore privato: se al momento della prenotazione non vi è disponibilità per la visita o l’esame in ospedale entro i tempi congrui alla loro urgenza, la struttura sanitaria dovrà comunque garantire la prestazione in una struttura privata accreditata oppure all’interno della stessa struttura ricorrendo alla libera professione dei medici senza oneri aggiuntivi. Il paziente in questo caso dovrà quindi sostenere il solo onere economico del ticket;
  • Responsabilizzazione del cittadino: il CUP unico dovrà permettere all’assicurato di disdire la richiesta di prestazione sanitaria entro un certo arco di tempo. Se il cittadino non disdice la prestazione dovrà comunque pagare il ticket;
  • La Tassazione agevolata per gli straordinari: in luogo delle tradizionali aliquote Irpef, sarà prevista una flat tax al 15% per il personale sanitario che effettua prestazioni aggiuntive
  • L’abolizione del tetto di spesa per il personale: al fine di incentivare le assunzioni di nuovo personale, sarà possibile superare il budget fino al 15% rispetto al bilancio precedente. Tale limite sarà invece abolito a partire dal 2025
  • Un ruolo di primo piano verrà svolto dall’Agenas, che gestirà una piattaforma delle liste di attesa dove, per Regione, sarà possibile conoscere i tempi di attesa per ogni singola prestazione.

Tale legge si inserisce all’interno di un contesto sempre più complesso: negli ultimi 4 anni, infatti, se da una parte la domanda di salute è andata sempre via via aumentando (+ 31% di ricette prescritte), dall’altra la capacità di offerta del Servizio Sanitario Nazionale è andata via via riducendosi (-10% di prestazioni effettivamente erogate ai cittadini). Come conseguenza di quanto sopra sarebbero ormai circa 4,5 milioni di persone che rinunciano alle cure, con lunghe liste d’attesa e costi fra le maggiori motivazioni.

Se da una parte la premier Giorgia Meloni si dimostra soddisfatta della nuova legge (“Siamo consapevoli che c’è ancora molto da fare, ma siamo convinti che la direzione intrapresa per costruire una sanità più efficiente e più vicina ai bisogni dei cittadini sia quella giusta”) non è dello stesso avviso la segretaria del Pd Elly Schlein: “Non si possono abbattere le liste d’attesa senza mettere un euro e assumere personale”.

In attesa di scoprire se le nuove misure saranno sufficienti per colmare, almeno in parte, le profonde lacune del S.S.N., una cosa è certa. Determinante dovrà essere il ruolo svolto dalle compagnie assicurative quali attori in grado di integrare i servizi offerti dal Servizio Sanitario Nazionale. Dello stesso avviso è il Presidente dell’Osservatorio Welfare & Salute Ivano Russo, che richiama il ruolo centrale svolto dalla sanità integrativa di cui oggi beneficiano 16 milioni di italiani, “che può svolgere una funzione di supporto, al Ssn e «tale funzione può essere resa ancora più forte allargandone il perimetro di azione, riformandone alcune dinamiche di funzionamento e includendola nella strategia più complessiva di riduzione delle liste d’attesa”.

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