Il 2023 è stato un anno record per l’industria assicurativa italiana che ha registrato danni per oltre 6 miliardi, di cui 5,5 causati da eventi atmosferici e 800 milioni dalle alluvioni in Emilia-Romagna e Toscana. A dirlo è stata la presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, durante l’assemblea nazionale, che ha precisato come in Italia «solo il 6% delle abitazioni è coperto contro i rischi di terremoto e alluvione e solo il 4% delle piccole imprese possiede una polizza contro tali rischi. Alla luce di questa situazione, è stata certamente decisiva l’iniziativa del governo di introdurre per tutte le imprese l’obbligo di copertura contro i danni catastrofali, con l’obiettivo di ridurre il gap di protezione assicurativa nel Paese». Il valore economico delle imprese soggette alla nuova imposizione è stimato in circa 4 mila miliardi.
Precipitazioni in forte calo nelle Marche, nel Lazio e nell’Umbria da settembre a maggio di quest’anno: -30% sotto la media rispetto al periodo 1991-2020. Situazione invece, opposta al Nord con il Piemonte flagellato dal maltempo, al pari della Valle D’Aosta: entrambi i presidenti hanno firmato la richiesta di stato d’emergenza, attesa oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri. È un’Italia spaccata in due quella che emerge dall’ultima fotografia scattata dall’Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), come spiega a Il Sole 24 Ore Stefano Mariani, responsabile sezione analisi e previsioni meteo-idrologiche e risorse idriche dell’Istituto. «Dal punto di vista della severità idrica, ormai da diversi mesi, il nostro Paese risulta diviso a metà. I territori del Nord Italia afferenti ai distretti idrografici del Fiume Po, delle Alpi Orientali e dell’Appennino Settentrionale, si mantengono in uno stato di normalità, mentre a Sud e nelle isole maggiori si riscontrano condizioni di severità idrica, alta per il distretto idrografico della Sicilia che ha portato lo scorso 6 maggio alla dichiarazione di stato d’emergenza per la Regione; media per quelli della Sardegna e dell’Appennino Centrale, con segnalate criticità localizzate; e bassa tendente a media per il distretto idrografico dell’Appennino Meridionale, con alcune aree del distretto già ora in severità idrica media o superiore».