Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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In caso di infortuni sul lavoro, la nomina di un preposto non basta per salvarsi dalla condanna: è quanto emerge dalla sentenza della Cassazione penale, quarta sezione, n. 23049 del 10 giugno scorso, con cui la Suprema Corte ha chiarito che il datore di lavoro deve vigilare per impedire l’instaurazione di prassi contrarie alla legge foriere di pericoli per i lavoratori, con la conseguenza che, ove si verifichi un incidente a seguito di una tale prassi instauratasi con il consenso del preposto, l’ignoranza del datore di lavoro non vale ad escluderne la colpa, integrando essa stessa la colpa per l’omessa vigilanza sul comportamento del preposto.
I fenomeni atmosferici estremi sono in aumento negli ultimi anni e in molti si sono ritrovati con danni di non poco conto all’auto o all’abitazione, a causa della grandine, delle raffiche di vento e dell’acqua. Per tutelarsi ci sono polizze che propongono coperture per questo tipo di eventi, occorre però prestare particolare attenzione ai massimali, alla presenza di franchigie o scoperti e alle esclusioni. È possibile proteggere la casa anche dai danni causati da maltempo o calamità naturali. Per alcune compagnie assicurative questa copertura è inclusa nella tutela contro i danni al fabbricato, per altre, invece, è considerata come garanzia accessoria e va pertanto appositamente attivata.
Valorizzata, ai fini della sanzione disciplinare, l’ammissione della propria responsabilità da parte dell’incolpato: è quanto emerge nella sentenza del Cnf 123/2024. La vicenda sottoposta al vaglio del collegio giudicante nasceva dalla segnalazione che il Consiglio dell’Ordine (Coa) aveva rivolto al Consiglio distrettuale di disciplina (Cdd) ed aveva ad oggetto il mancato assolvimento dell’obbligo formativo da parte di un legale, il quale non aveva maturato un sufficiente numero di crediti professionali. Ricorso contro la decisione del Cdd che gli aveva comminato la sanzione disciplinare della censura, il libero professionista non solo aveva lamentato «l’apoditticità della sentenza», ma anche il fatto che il Cdd si fosse rifiutato di valutare le prove testimoniali a suo favore, le quali avrebbero dovuto dimostrare che «il mancato assolvimento dell’obbligo formativo non aveva comportato nocumento ai clienti né leso l’onorabilità dell’Ordine degli avvocati presso alcuna autorità giudiziaria o presso alcun privato», avendo sempre egli curato, attraverso lo studio, la propria competenza professionale, «così come l’incremento dei redditi e del numero delle pratiche gestite avrebbero dimostrato di per sé la competenza e la preparazione del professionista».

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La politica monetaria in evoluzione dopo tanti anni in cui è stata immobile, o quasi. L’incremento dei costi relativi ai sinistri in seguito al moltiplicarsi di eventi catastrofali. L’impatto dell’inflazione, che sta rallentando rispetto al biennio 2021-2023, ma resta pur sempre su livelli elevati per gli ultimi decenni. Sono solo alcune delle nuove sfide con le quali si trovano oggi a fare i conti le compagnie assicurative, al di là dei due motori del cambiamento strutturale costituiti dalla transizione ambientale e da quella digitale. Uno scenario di minacce, ma anche di nuove opportunità, nella misura in cui gli operatori del settore si mostreranno in grado di rispondere ai bisogni emergenti nella società con prodotti innovativi.
La possibilità di costruire un’industria artigianale basata sull’innovazione. Questa è la principale opportunità aperta per il mercato assicurativo dall’avanzata dell’intelligenza artificiale secondo la visione di Gianluca Perin, country general manager di Generali Italia, compagnia guidata dal country manager e ceo Giancarlo Fancel. Quello che a prima vista appare un ossimoro, trova spiegazione nell’analisi di Perin. «Le assicurazioni sono da sempre un business incentrato sui dati, basti pensare al ruolo tradizionalmente svolto dagli attuari. Più un dato è qualitativamente valido, tanto più è possibile costruire un’offerta personalizzata sulle esigenze del singolo cliente», sottolinea. Per poi rimarcare che in Generali Italia questa innovazione è già realtà, infatti il gruppo del Leone ha creato un team composto da circa 150 specialisti di Ai per studiare le soluzioni da adottare sia dal lato dell’offerta, sia a livello organizzativo, per cogliere le opportunità offerte dalla nuova frontiera dello sviluppo tecnologico.
Lo studio Aon e le politiche di inclusività legate alle differenti generazioni di lavoratori: “La chiave è compiere scelte di wellbeing partendo dai bisogni delle persone”. C’ è chi mette al primo posto la genitorialità, chi le pensioni o la salute mentale e chi la flessibilità. Età diverse, esigenze e scale valoriali che cambiano. Politiche di welfare aziendale inclusive devono oggi tener conto almeno di cinque punti di vista differenti, così quante sono le generazioni che sul posto di lavoro convivono, si confrontano e scambiano esperienze e prospettive.
I tagli ai tassi della Bce hanno consentito la ripartenza del mercato: secondo il Crif, la domanda del primo semestre è salita del 3,4% sul 2023. Il fisso fa risparmiare, in attesa di nuove mosse di Lagarde Ma il trend del momento è il “green”, che conviene a banche e famiglie
Dopo 8 anni di interventi al margine sul sistema pensionistico sono apparse alcune proposte di riforma meno congiunturali. Tra queste l’articolo di Alberto Brambilla Pensioni uguali per tutti. La riforma impopolare sul Corriere della Sera, che delinea la nuova terapia: «Meno assistenzialismo, più controlli e innalzamento dell’età pensionabile (con flessibilità)». La “cura” è in linea con la “diagnosi”: la quota di spesa pensionistica assistenziale è in aumento e va dunque ridotta in quanto non sostenuta da versamenti contributivi/fiscali da parte dei beneficiari; la maggior parte dei pensionati di vecchiaia a 67 anni non soddisfa il requisito contributivo di 20 anni se non considerando circa 5 anni di “contributi figurativi” (a copertura di maternità, malattia, disoccupazione); più in generale, l’invecchiamento demografico mette a repentaglio il patto intergenerazionale su cui si fondano i sistemi pensionistici a ripartizione. Dalle ultime due considerazioni discende la proposta di innalzamento (pur con flessibilità e penalizzazioni) dell’età pensionabile e l’estensione da 20 a 25 anni del periodo contributivo minimo. Diagnosi e dati giocano un ruolo decisivo nel delineare il problema da risolvere (“framing”) e individuare le azioni necessarie. Davvero andiamo in pensione troppo presto e l’assistenzialismo rappresenta la grande “stortura” del sistema pensionistico italiano? Non proprio, vediamo perché.
«Per sostenere gli investimenti nelle Pmi occorre introdurre benefici da poter far scontare immediatamente ai risparmiatori ». È la convinzione di GianMaria Mossa, amministratore delegato di Banca Generali, a proposito della freddezza degli investitori verso i Pir.

Si sta riaprendo la caccia al tesoro. In palio c’è il titolo di re di denari. Perché il tesoro, di dimensioni davvero cospicue, è il risparmio degli italiani. Se è vero che Intesa Sanpaolo, prima banca del Paese, dispone di una imponente struttura di wealth management e in pochi anni ha saputo inventarsi leader anche nel settore assicurativo, è anche vero che attorno al leader ci sono realtà di medio-piccola dimensione, soprattutto se paragonati ai grandi player internazionali.
Sono tornati. Attaccano i servizi sanitari, pubblici o privati: rubano cartelle cliniche, notizie di salute, gli esami del sangue. Informazioni che poi circolano nel dark web e diventano richieste di riscatto, estorsioni. Nel primo semestre del 2024 gli attacchi cyber in Italia hanno preso di mira l’ambito sanitario e manifatturiero, quest’ultimo già principale target del 2023 con gravi conseguenze per i danni da interruzione delle attività. Sono i numeri in crescita (a livello mondiale gli attacchi ransomware sono aumentati dell’85% nel 2023 rispetto al 2022) forniti da Howden, il gruppo assicurativo fondato nel 1994 e tra i primi broker a livello mondiale a proporre soluzioni assicurative a protezione delle imprese per il rischio cyber. Attivo in oltre 55 Paesi con 35 miliardi di dollari di premi gestiti, Howden opera in Italia dal 2021, è il terzo broker nazionale con un giro d’affari per 113 milioni di euro, conta su 800 persone in servizio ed è presente in 24 citta.