Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Banco Desio si prepara a lanciare una gara per individuare il nuovo partner assicurativo con cui distribuire polizze nei suoi sportelli. L’obiettivo è quello di aumentare la produttività e la distribuzione di assicurazioni nei 280 sportelli dell’istituto (14 recentemente rilevati dalla Banca Popolare di Puglia e Basilicata) a beneficio dei risultati dell’intero gruppo, quotato alla borsa italiana dal 1995, che ha chiuso il 2023 con utile di 238 milioni. Di certo ci sarà una gara nel ramo Vita dove Banco Desio ha scelto finora di operare prevalentemente con il gruppo assicurativo svizzero Helvetia. Un legame, quello tra i due partner, che dura da diversi anni. Il business vita, in particolare, è partito nel 2008, con Chiara Vita, e nel 2013 si è aggiunto il comparto danni. Anche se nel frattempo, sempre nel ramo vita, si è aggiunto (per alcuni prodotti) un accordo con Italiana Assicurazioni, compagnia controllata da Reale Mutua. L’avvio della gara potrebbe essere quindi utile a mettere ordine nelle alleanze Vita della banca, ma il riassetto potrebbe estendersi probabilmente pure al ramo Danni.
Il mercato europeo dell’auto cresce, ma lo fa di poco, mentre l’elettrico perde quote, ad eccezione dell’Italia. A giugno le immatricolazioni di veicoli sono aumentate del 3,6% a 1.310.989 unità, se si considera l’Europa allargata all’Efta e al Regno Unito (se si guarda alla sola Unione Europea la crescita è stata del 4,3%). Un dato che permette di chiudere il primo semestre del 2024 con un aumento complessivo del 4,4%, anche se il numero di auto immatricolate è ancora il 18,4% in meno rispetto al 2019, ovvero del periodo pre-Covid, come sottolinea il Centro Studi Promotor.
I senior in Italia rappresentano oggi quasi un quarto del Pil del Paese. Il dato è visto in crescita per arrivare a una quota del 25% nel 2030 e addirittura al 30% entro il 2050. Questi numeri portano in primo piano diverse questioni. Una di queste riguarda senz’altro la salute e il così detto invecchiamento attivo. Si tratta di un concetto che promuove la partecipazione continua degli anziani nella società, attraverso attività fisiche, sociali ed  economiche. Ha l’obiettivo di mantenere le persone anziane impegnate e produttive, migliorando la loro qualità di vita e la salute generale. Questo approccio non solo aiuta gli individui a invecchiare in modo sano e autonomo, ma contribuisce anche alla sostenibilità economica delle società occidentali, caratterizzate da un’alta percentuale di popolazione anziana. Non solo. L’invecchiamento attivo è cruciale anche perché riduce i costi sanitari e
sfrutta l’esperienza e le competenze degli anziani. Di questo tema si è parlato ampiamente nell’ambito del G7 Italia 2024 dell’11-12 luglio a Genova. Il Palazzo Ducale ha ospitato il convegno ‘Healthy and Active Ageing through Life-Long Prevention and Innovation’ dedicato al tema dell’invecchiamento attivo
Le famiglie anziane hanno un livello di spesa mensile mediamente più basso rispetto al resto delle famiglie italiane e pari a 2,287,7 euro. Dopo i trasporti, che incidono per il 20,6% del totale, l’importo di spesa maggiore per le famiglie anziane è dettato dalla voce salute (16,2%), dai servizi di cura alla persona (13,3%) e dai servizi per la casa (12,3%). La spesa del solo lavoro domestico gestito dalle famiglie per retribuire il lavoratore vale l’1% del PIL italiano.

Infortuni sul lavoro con esito letale «in retromarcia», nel nostro Paese: se, infatti, nel 2019 (prima, cioè, che si scatenasse la pandemia) se ne contavano 1.239, lo scorso anno ce ne sono stati 1.041. E, nel frattempo, nei primi sei mesi del 2024 sono state condotte 63.000 ispezioni nelle aziende, a fronte degli 81.436 controlli eseguiti nell’intero 2023 e dei 63.571 nell’annualità precedente. È un passaggio dell’audizione che il ministro del Lavoro Marina Calderone ha svolto nella mattinata di ieri, in Commissione Sanità al Senato, quando è entrata nel merito dei sistemi per passare al setaccio le realtà produttive del Paese: i presupposti per cui è nato l’Ispettorato sul lavoro (Inl), ha specificato, «sono falliti. Non si è riusciti, per una questione legata alle differenze di classificazione e di inquadramento delle forze» in campo «ad avere l’accorpamento che voleva il Legislatore». Pertanto, ha argomentato la numero uno del dicastero di via Veneto, «non sottraiamo all’Ispettorato la funzione di indirizzo e controllo complessivi dei numeri» dell’azione di controllo, però «abbiamo, in forza dello sblocco delle assunzioni, anticipato il reclutamento di 514 unità, 403 dell’Inps e 111 dell’Inail».


Handelsblatt

 

Gli immobili stanno diventando meno interessanti come investimento di capitale per le compagnie assicurative: per la prima volta dopo molti anni, gli investimenti immobiliari del settore stanno ristagnando. L’anno scorso, il rapporto tra immobili e portafogli del settore assicurativo era pari al 13,1%, appena al di sopra del livello del 2022. Negli anni precedenti, il rapporto era aumentato in modo significativo. È quanto emerge dalla 17a edizione del “Barometro delle tendenze degli investimenti immobiliari del settore assicurativo” della società di consulenza EY. Al sondaggio hanno partecipato circa 30 assicuratori. Secondo il sondaggio, al momento nessun assicuratore prevede di aumentare ulteriormente la percentuale di immobili nei propri investimenti. Nell’anno precedente, il 14% intendeva ancora ampliare il proprio portafoglio immobiliare. L’81% delle compagnie assicurative vuole invece mantenere stabile la quota immobiliare e il 19% vuole addirittura ridurla.