Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Gli obiettivi, per la fine dell’anno in corso, sono due. Riportare in positivo la raccolta netta Vita (dopo gli inevitabili deflussi subiti dal settore assicurativo a partire dal 2022 per la concorrenza di prodotti ad alto rendimento) e riposizionare l’offerta delle polizze catastrofali (dopo le pesanti perdite subite dalle assicurazioni per le maxi-grandinate e le alluvioni registrate l’anno scorso). Argomenti che sono stati al centro dell’incontro tenutosi nei giorni scorsi tra il presidente degli agenti Generali aderenti ad Anagina, Davide Nicolao e il vertice della compagnia assicurativa di Trieste: il presidente Andrea Sironi, il group ceo, Philippe Donnet, il ceo Insurance, Giulio Terzariol e il country manager Italia Giancarlo Fancel. In queste settimane è stato firmato il nuovo contratto di lavoro con i 3 mila dipendenti amministrativi che lavorano nelle agenzie Generali aderenti ad Anagina. «Sono state adeguate le tabelle retributive ed è stata introdotta una copertura sanitaria obbligatoria per tutti i dipendenti», spiega il presidente Anagina, «oltre a essere stata prevista una somma una tantum a copertura del periodo di vacanza contrattuale, e permessi retribuiti per motivi sanitari».
Secondo quanto riferiscono alcune fonti del mercato immobiliare a MF-Milano Finanza, Kryalos, sgr indipendente che vede fra i propri azionisti al 35% Blackstone, si è sfilata dalla gara. Come rivelato da questo giornale (si veda il quotidiano del 7 maggio), la sgr era entrata in short list con Generali Real Estate (il gestore del Leone specializzato in investimenti nel mattone) e di Dea Capital Re (la controllata di Dea guidata da Emanuele Caniggia) che a questo punto si contenderanno un deal che dovrebbe valere oltre 500 milioni di euro. In questo momento Generali è alle prese con un riassetto di tutta l’area dell’asset management (riorganizzazione entrata in vigore a giugno) che ha portato anche gli investimenti in real asset sotto il nuovo capo di Generali Investments Holding, Woody Bradford, numero uno del gestore americano Conning acquisito lo scorso anno.
L’Italia continua a non brillare per la puntualità nei pagamenti «con effetti sulla efficienza e competitività del paese». Ma ci sono spiragli positivi, sottolinea a MF-Milano Finanza Marco Preti, amministratore delegato di Cribis, la società del gruppo Crif specializzata nel fornire informazioni, soluzioni e consulenza alle imprese. A metà del 2024 il numero delle imprese che pagano nei tempi previsti senza dover essere sollecitate è sceso al di sotto del 40%, in riduzione dell’1,3% rispetto al secondo trimestre 2023 e dello 0,7% sullo stesso periodo del 2022 ma in aumento del 3,4% sul 2021, condizionato dall’emergenza pandemica.
Utili di banche e assicurazioni quotate in borsa a Milano sul mercato principale, Euronext Milan, in impennata nel 2023. Si parla di crescite rispettivamente del 67% del 66% in confronto al 2022. Risultati in forte calo, invece, per le altre società quotate (-19,5% l’utile netto nel 2023 su base annua) e per le imprese negoziate (-17%) su Euronext Growht Milan, la piattaforma di scambi non regolamentata, creata per favorire l’accesso delle piccole e medie imprese al mercato dei capitali.
Aggiornati i tassi di interesse soglia per la cessione del quinto dei pensionati. Con il decreto n. 62375 del 24 giugno 2024, spiega l’Inps nel messaggio n. 2614/2024, il Mef ha infatti indicato i tassi effettivi globali medi (Tegm) praticati dalle banche e dagli intermediari finanziari, determinati ai fini delle disposizioni in materia di usura. Di conseguenza, sono stati rideterminati i tassi da applicare nel periodo dal 1° luglio al 30 settembre 2024 per i prestiti da estinguersi dietro cessione del quinto della pensione concessi da banche e intermediari in regime di convenzionamento ai pensionati.
L’Italia ha i tassi sul credito al consumo più salati d’Europa: oltre il 10,5% l’anno medio. Tuttavia i volumi continuano a crescere, specie tra i giovani: un’altra delle tante spie di malessere per i tantissimi che non rinunciano a pagare a rate beni e servizi, nemmeno se i loro costi finanziari esorbitano. La fotografia vede la generazione Z (18-28 anni) in prima fila, e pone rischi di tenuta del tessuto sociale, oltre che bancario, dato che il credito al consumo, che ormai vale 162 miliardi in Italia – circa un quinto dei prestiti bancari totali alle famiglie – è tra gli ambiti a più alta morosità. I dati vengono dall’ufficio studi di First Cisl e si basano sulle serie dell’Eurosistema. L’Italia, nella rilevazione di fine maggio, si conferma tra i Paesi dove consumare a rate costa di più, con tasso annuale effettivo globale (Taeg) al 10,66%, dal 10,59% di aprile. La media euro è l’8,69%, un quinto in meno. Vi si allinea la Germania, mentre in Francia consumare a rate costa il 6,82%. Solo Estonia, Grecia, Lettonia e Lituania battono l’Italia sui prestiti “finalizzati” al consumo; mentre sui mutui casa i tassi italiani sono allineati al 4,03% europeo, e sui prestiti “altri” qui si paga un 5,93%, non lontano dal 5,3% medio europeo ma lontano dai tassi di francesi (4,09%) e tedeschi (4,99%).
La crisi della democrazia non sta certamente solo nelle difficoltà del welfare state. La “caduta” dello stato sociale è però uno dei nodi più importanti della disillusione democratica che si sta vivendo, della diffidenza sempre più marcata verso la classe politica e istituzionale. In Italia, le famiglie in povertà assoluta sono l’8,5% del totale e corrispondono a circa 5,7 milioni di individui. Sono saliti a 4,5 milioni gli italiani che rinunciano a curarsi, sia per ragioni economiche, sia per effetto della lunghezza delle liste d’attesa. Secondo i dati della Commissione europea, il 28,4% delle persone con disabilità rischia l’esclusione sociale. Infine, sono meno del 30% i bambini al di sotto dei 3 anni a cui è assicurato un servizio educativo (Francia e Spagna sono al di sopra del 50%). Il sistema che garantiva l’assistenza sanitaria nazionale, le pensioni adeguate a una vita dignitosa, un’istruzione garantita a quasi tutti i livelli sociali e soprattutto la coesione di una società che credeva nella crescita e nello sviluppo, oggi è in crisi e non rassicura più i cittadini.
Allianz è pronta ad acquistare una partecipazione del 51% nella compagnia assicurativa di Singapore Income Insurance per 2,2 miliardi di dollari di Singapore (1,5 miliardi di euro) nell’ambito della sua espansione nella regione. L’assicuratore tedesco ha dichiarato che si offrirà di acquistare ciascuna azione di Income Insurance per 40,58 dollari di Singapore. Allianz ha affermato che l’acquisizione dovrebbe generare un ritorno sull’investimento a due cifre nel medio termine.