Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

logo_mf

La domanda di prestiti da parte delle imprese nell’Eurozona e in Italia è scesa anche nel secondo trimestre del 2024, mentre è in aumento la richiesta di mutui dalle famiglie. È quanto emerge dall’indagine sul credito di Bce e Bankitalia. Quanto al credito alle aziende, hanno pesato soprattutto gli alti tassi di interesse e i bassi investimenti fissi. Questo scenario è un segnale negativo per la crescita, dopo i dati in calo sulla produzione industriale e quelli sulle aspettative degli investitori tedeschi (negli indici Zew). In Italia la domanda di credito da parte delle imprese, in calo da inizio 2023, è ulteriormente diminuita anche a causa del maggior ricorso all’autofinanziamento da parte delle aziende.
Nel 2023 il pil mondiale ha infatti registrato una crescita del 3,2% nonostante le tensioni internazionali, le politiche economiche e monetarie restrittive finalizzate a contenere le spinte inflazionistiche e il maggior rigore nelle politiche di bilancio. Gli scambi internazionali hanno invece risentito negativamente delle tensioni geopolitiche con una riduzione dello 0,6% delle quantità di merci esportate rispetto al 2022. Il pil italiano ha registrato un tasso di crescita dello 0,9%, un aumento per il terzo anno consecutivo superiore alla media dell’Eurozona e a quello di Francia e Germania. Nel 2023 le esportazioni di merci, in euro correnti, sono rimaste stabili al livello del 2022 e l’Italia ha guadagnato una posizione, collocandosi al sesto posto, nella graduatoria dei principali esportatori mondiali di merci, superando la Corea del Sud.
Nel 2023 le pensioni sono costate all’Inps il 7,4% in più rispetto all’anno precedente, raggiungendo quota 304,14 miliardi. L’aumento è riconducibile «quasi interamente» alla rivalutazione delle pensioni a fronte dell’impennata inflazionistica registrata nel 2022. Come dimostra anche il fatto che numericamente le pensioni liquidate nel 2023 sono state 837.399 rispetto alle 876.024 del 2022. Questa la fotografia scattata nel Rendiconto presentato dal Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’Inps.
Il 2024 può essere considerato un vero e proprio annus mirabilis per l’educazione finanziaria: la Legge 5 marzo 2024, n. 21, meglio nota come Legge Capitali, all’art. 25 introduce l’educazione finanziaria nei programmi scolastici, collocandola all’interno dell’insegnamento dell’educazione civica. Il 2024 è un annus mirabilis anche per Feduf, creata un decennio fa per espresso volere dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi), per rispondere alla manifesta esigenza del Paese di rendere l’educazione economica una competenza sempre più diffusa poiché questione di interesse individuale e sociale insieme.

Confagricoltura ha accolto con soddisfazione le numerose misure a sostegno delle imprese agricole contenute nel decreto legge “Agricoltura”, diventato legge. Il provvedimento, recante disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura, si inserisce nel novero delle misure adottate dal governo per far fronte alle esigenze del comparto agricolo a seguito dell’aumento dei costi energetici e d’impresa e per contrastare i danni legati al cambiamento climatico. Positivi, dunque, gli interventi di ampliamento della moratoria su mutui e finanziamenti per le aziende che nel 2023 hanno registrato una riduzione del volume d’affari (20%) o della produzione (30%) ed i contributi per i danni da fitopatie.  Essenziali le agevolazioni contributive e l’inclusione tra le tipologie di intervento e di danno indennizzabili quelli causati alle produzioni agricole da frane, modificando così il decreto-legge n. 61 del 2023, sugli interventi urgenti per fronteggiare l’emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023 tra le regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche.
Esonerato dall’obbligo di comunicazione il dipendente iscritto ai fondi di previdenza integrativa che convertono il premio di risultato in contributi in forme pensionistiche complementari. Questa la risposta n. 154 dell’Agenzia delle entrate per chiarire la posizione del fondo pensione istante che chiedeva di sapere se i chiarimenti forniti con la risoluzione n. 55/E del 2020 riguardo all’assenza di oneri di comunicazione, in capo ai dipendenti, in caso di versamento di contributi a fondi pensione in base a piani di welfare aziendale, possano applicarsi anche in relazione all’ipotesi di contributi versati a fondi pensione in sostituzione del premio di risultato aziendale.

Il numero di liti inerenti il parcheggio condominiale, la dice lunga sulla totale arbitrarietà con cui alcuni condòmini fanno uso degli spazi comuni. È il tema della recente sentenza 920/2024 del Tribunale di Pavia. A rivolgersi all’autorità giudiziaria era stato un condòmino, per chiedere che venisse accertato l’abuso del diritto sulla cosa comune, con condanna al risarcimento del danno, in capo ad altro condòmino che era solito posteggiare, pressoché permanentemente, il proprio suv nel cortile condominiale in un modo che di fatto rendeva disagevole (se non del tutto impossibile) all’attore e alla sua famiglia l’accesso e l’uscita con la propria auto, nonché la fruizione di un box di proprietà esclusiva.
«Azimut è e resterà un gestore italiano del risparmio indipendente. Lo spin off annunciato a marzo creerà una fintech bank indipendente e aggiungerà intorno a 1,5 miliardi di valore in più per i nostri azionisti. Un’Opa ostile su di noi prima di quella data? Siamo pronti alle barricate, esistono varie poison pill dal valore superiore ai 500 milioni che vanificherebbero un’eventuale offerta». Pietro Giuliani, oltre a essere il presidente di Azimut Holding, è anche uno dei suoi fondatori e non ha alcuna intenzione di andare in pensione. E si dichiara pronto a difendere l’autonomia della “sua” società nel caso dovessero concretizzarsi le varie voci di mercato che da settimane indicano Azimut come un possibile target del risiko del settore del risparmio gestito. Ecco le sue considerazioni in questa intervista a Il Sole 24 Ore.

Handelsblatt

 

“Sicuro e ad alto rendimento”. È così che gli assicuratori descrivono le loro polizze index. Questi prodotti cercano di creare un ponte – dalla tradizionale assicurazione pensionistica, che è vista come l’epitome di una forma di previdenza sicura ma meno redditizia, agli investimenti lucrativi in azioni. Il problema è che i rendimenti elevati non sono molto buoni. Gli studi delle agenzie di rating assicurativo e degli istituti di ricerca lo hanno già suggerito in diverse occasioni. Ora uno studio della rivista “Finanztest” conferma e precisa questa constatazione. La particolarità della valutazione della rivista berlinese è che nessuna delle dodici polizze testate ha avuto un rendimento soddisfacente secondo i tester guidati da Stephan Kühnlenz, responsabile dello studio. Il prodotto del leader di mercato Allianz ha avuto un rendimento medio dell’1,64%.