Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Ivass chiama le assicurazioni al terzo appello per sapere quanto sono esposte alle catastrofi naturali e quanto dei loro portafogli è allineato ai principi di sostenibilità. Le riposte sono attese entro ottobre e i dati che emergeranno saranno evidentemente utili a misurare la stabilità del settore, non fosse altro per il fatto che l’Italia è tra i Paesi europei più esposti a terremoti e altre catastrofi, spesso correlate con i cambiamenti climatici e con il degrado dell’ambiente e del territorio, segnalano dall’Istituto di vigilanza presieduto da Luigi Federico Signorini.
Coprirsi dal rischio che il proprio inquilino non paghi l’affitto. Oppure, in caso di difficoltà economica, vedersi anticipato subito la pigione e, con una parte della liquidità, poter sottoscrivere un piano sanitario. Iniziative cui sta lavorando Alessandro Di Virgilio, manager che è anche amministratore delegato e azionista di Olimpia, la compagnia specializzata nel rischio cauzioni partecipata dall’assicurazione tedesca Vhv (Allgemeine Versicherung).
I familiari dei sette studenti morti in vari crolli nel terremoto dell’Aquila del 2009 non avranno nessun risarcimento. I ragazzi infatti hanno assunto una “condotta incauta”. Non solo. I familiari dovranno anche pagarsi le spese legali, quasi 14 mila euro. Si tratta, come riporta il quotidiano abruzzese Il Centro, di quanto deciso dalla Corte d’appello dell’Aquila che ha confermato la sentenza di primo grado del 2022 che aveva sollevato la Presidenza del consiglio da ogni responsabilità per la morte degli studenti. Contro il pronunciamento della Corte di Appello dell’Aquila è probabile che ci sarà il ricorso in Cassazione. Assolta dunque da ogni colpa la Commissione Grandi Rischi che si era riunita all’Aquila il 31 marzo del 2009, cinque giorni prima del sisma, lanciando messaggi rassicuranti.
Sono importanti i numeri delle morti attribuibili al consumo di alcol e di altre sostanze stupefacenti: tre milioni in un anno nel mondo. E cresce il numero di chi soffre di dipendenza dall’alcol (209 milioni). Il dato più preoccupante, però, è che tra i «bevitori abituali» uno su quattro è minorenne. In particolare nella regione europea dove, dicono i report, l’Italia occupa il primo posto. A bere si comincia sempre più presto. Tra i bringe drinkers che ingollano alcolici e superalcolici fino a stare male (finendo in coma etilico in pronto soccorso) ci sono anche bambine/i di 11 anni. Inoltre, nella fascia di popolazione tra gli 11 e 25 anni che consuma alcol secondo modalità definite «a rischio per la salute» (1 milione e 370mila) i minorenni sono ben 620mila, senza grande differenza tra maschi e femmine. Non si radica il concetto che l’alcol è una sostanza psicoattiva, crea dipendenza, è cancerogeno.
Mentre imperversa il dibattito pubblico su se e quando l’intelligenza artificiale supererà quella umana e cosa ne sarà di noi, quella tecnologia, in sordina, ci sta per superare nella quantità di energia che consuma. Consideriamo che l’energia pro capite utilizzata nelle società sviluppate è circa duecento volte superiore a quella necessaria al nostro organismo per vivere. Questa energia, derivata principalmente da combustibili fossili, alimenta ogni aspetto della nostra vita quotidiana: non solo case e automobili ma neppure ospedali e medicinali esisterebbero senza di essa. Rinunciare a quell’energia significherebbe rinunciare a quel che abbiamo, facciamo e in un certo senso a quel che siamo.