Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Nel 2023 in Italia il numero di polizze assicurative sottoscritte per la gestione dei rischi connessi alle operazioni di merger & acquisition (m&a) è salito del 5%, ma più di otto deal su dieci sono ancora scoperti. Intanto l’aumento del volume di operazioni di m&a registrato (1.210 dai 1.184 del 2022), il loro controvalore in calo (60 miliardi di euro in totale da 89,4 miliardi del 2022) e la competizione tra le compagnie assicurative hanno inaugurato un percorso di diminuzione dei prezzi delle polizze di questo tipo, che sono scesi in media del 9%. È quanto emerge dalla nuova edizione dell’Italian Transactional Risk Insurance Market Report di Marsh.
Nel 2023 la crescita mondiale della ricchezza ha recuperato terreno dopo il calo registrato nel 2022, con un’espansione del 4,2% in dollari statunitensi che ha più che bilanciato la contrazione del 3% nell’anno precedente. La ripresa è stata guidata dall’Europa, Medio Oriente e Africa, sottolinea l’ultimo Global Wealth Report di Ubs, che da 15 anni fornisce una panoramica sull’evoluzione dei patrimoni famigliari nel mondo. In Italia, tuttavia, il patrimonio medio per adulto nel 2023 è calato, soprattutto se misurato in moneta locale, accusando una perdita vicina al 4%. Dalla crisi finanziaria del 2008 in poi, invece, si è registrata una modesta crescita del 10% circa, sempre in valuta locale, mentre la ricchezza mediana per adulto è calata del 3%

«L’Italia non è più il fanalino di coda dell’area euro grazie al recupero favorito dalla spinta del Pnrr. E il 50% delle esportazioni italiane è legato alle pmi, protagoniste di una buona performance competitiva negli ultimi anni». Così Stefania Trenti, responsabile industry and local economies del research department di Intesa Sanpaolo, ha inaugurato la sesta edizione dell’evento MF Growth Italia Day, organizzato da MF-Milano Finanza e Class Cnbc e dedicato alle piccole e medie imprese più dinamiche e competitive della penisola. L’esperta di Ca’ De Sass ha aperto il convegno, che ha ospitato numerosi esperti della finanza e del mercato, tracciando un quadro del settore in Italia e sottolineando al contempo che, nell’attuale contesto, «il rallentamento della crescita economica mondiale nel 2024 ha raffreddato l’economia reale sia negli Usa che in Europa».

I termini per chiedere il risarcimento del danno subito dal cartello del cartone sono vicini alla scadenza, ma una sentenza fa guadagnare ancora tempo. Il 17 luglio dovrebbe scattare la prescrizione per le cartiere e gli scatolifici che ancora non hanno avviato il processo per ottenere la liquidazione del pregiudizio subito dal cartello dal 2004 al 2017. Secondo l’Associazione Italiana Scatolifici i big del settore si sono accordati per applicare un sovrapprezzo dal 15 al 30%, mentre il danno complessivo si aggira sui 2,5 miliardi.

Le polizze vita “unit-linked” che non garantiscono la restituzione di almeno una parte dei premi versati perdono la loro natura previdenziale ed assumono soltanto una funzione finanziaria-speculativa. Di conseguenza, ad esse non può applicarsi l’art. 1923 c.c., che vieta di sottoporre ad azione esecutiva o cautelare le somme dovute dall’assicuratore al contraente o al beneficiario di polizza. A stabilirlo è la Cassazione civile con ordinanza n. 9418/2024. Le polizze del tipo “linked” sono polizze assicurative che appartengono al ramo III delle assicurazioni sulla vita; esse si caratterizzano per il fatto che l’entità della somma dovuta dall’assicuratore varia sulla base delle oscillazioni di un parametro finanziario collegato (linked) alla polizza.
Stop alla condanna per bancarotta fraudolenta documentale anche se la contabilità della società insolvente non è consegnata al curatore e l’imprenditore dopo il fallimento si dà alla macchia: da una parte il dolo specifico si configura soltanto quando sussiste la finalità di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto; dall’altra non assume valore decisivo l’irreperibilità del debitore dopo la dichiarazione di default: si tratta di una condotta successiva rispetto al fatto-reato contestato all’imputato. Così la Corte di cassazione penale, sez. quinta, nella sentenza n. 23288 del 10/06/2024.

Alle disposizioni che regolano il regime di non imponibilità dei redditi derivanti da investimenti qualificati a lungo termine, effettuati dagli enti di previdenza obbligatoria, dalle Casse di previdenza e dai fondi pensione (articolo 1, commi 88-96, della legge 232/2016), si possono applicare, per analogia, le linee guida del dipartimento delle Finanze e la prassi dell’agenzia delle Entrate elaborata per i piani di investimento del risparmio (Pir), di cui ai commi da 100 a 114 (e normativa collegata), quando le rispettive norme presentino un’analoga formulazione. Assogestioni, nella circolare 32/24/C del 4 luglio, mette in luce come questo principio – elaborato per la prima volta dalle Entrate nella risposta 105/2024  – possa opportunamente risolvere anche questioni interpretative ulteriori rispetto a quella oggetto dell’interpello, la principale delle quali è se anche le Casse, i fondi e gli enti citati possano evitare di perdere il beneficio della non imponibilità se reinvestono entro 90 giorni il controvalore delle cessioni effettuate.